Cara nonna...
Il mio specchio, custode della mia essenza, sussurro potente della mia misura
Cara nonna, sei da sempre il mio libretto d’istruzioni e forse è per questo che mi trovi a vagare in uno spazio assoluto, dove sono sola con me stessa, in un
periodo che è quello che stiamo vivendo, in cui, separate dal battito sincronizzato dei nostri cuori, non posso consultare il mio manuale.
Mi ricordo di quando ero piccola e, come dice Pascoli, il cadere degli aquiloni rappresentava il mio unico problema. Allora eri tu la mia isola e il
ronzare degli altri era troppo forte ed io, nelle tue mani levigate dalla malleabilità degli anni, trovai in te un ombrello, l’unico ombrello capace di esaudire i miei desideri.
Nascondevo la mente sotto il tuo morbido cuscino e lasciavo che i tuoi occhi azzurri, incantati dai respiri profondi della mia innocenza, mi proteggessero,
come ali dei miei sogni sospesi.
Non so come, ma per qualche motivo, tra una tua carezza e un mio sguardo distratto, ho smesso di conservare per te quello spazio che mi hai sempre riservato nel tuo cuore e così mi sono ritrovata senza il mio manuale.
Per questo, adesso, quando mi chiami, non rispondo più in fretta, voglio sentirti e voglio immaginare di correre da te...
Credo che il vuoto della tua mancanza mi sia servito a riflettere ed è dura da accettare, ma quelle onde che hanno da sempre colorato la tua fragranza in mille acconciature, sono già candide, ed io ho paura...
Tu una quercia ed io un fiore, costretto ad osservare da lontano i tuoi passi incerti ed esitanti.
Ma il nostro dover stare per forza distanti, il nostro comprendere la verità e il nostro essere obbligate all’astinenza mi hanno regalato la consapevolezza di volermi guardare indietro e pensare solo a quanto lievito hai messo nei miei sorrisi, senza pentirmi, perchè avrei potuto abbracciarti ancora più
forte.
La nostra storia, però, ancora non è finita e quando torneremo alla vita, sarai di nuovo il mio ombrello, sarai di nuovo la mia isola, sarai di nuovo il mio manuale, finchè un buio più grande non ti porterà via.
Non riceverai mai questa lettera, perché ti amo, nonna e non posso immaginare che tu, la mia quercia, perda le tue foglie, sapendo che, quando non potrai più abbassare con dolcezza i rami per proteggere il tuo fiore, lui si chiuderà in un tremito infinito, nella speranza che un diluvio di lacrime torni ad annaffiarlo almeno al di fuori...
Sara Retali
II Liceo Classico
Isis Foresi