Caro Sergio leggo i tuoi "A sciambere" condividendoli di solito pienamente e traendone l'amara consapevolezza che - come tutti prima o poi nella vita - sto invecchiando...
A parte l'ironia, vorrei aggiungere una sincera riflessione alle tue impietose analisi della campagna elettorale portoferraiese ricordando alcune delle parole di grande moralità politica con le quali porgesti all'opinione pubblica elbana quella mia sofferta lettera di dimissioni pubblicata nel cuore della notte.
Cito testualmente :"Certo è che oggi come mai c'è bisogno di buona politica, che vuol dire movimento ma pure riflessione, protesta ma anche proposta, applicazione, studio, prassi e fatica quotidiana, perché in nessuna attività umana "ci si improvvisa" e men che mai lo si può fare nella politica che presuppone coscienza e conoscenza dei fatti e delle discipline.
C'è bisogno di parlare di politica e di parlarne a ragion veduta, facendola tornare ad essere l'arte del possibile, quella che non disperde in mille rivoli di casino spontaneista, localista e talvolta individualista, la nuova voglia di partecipare alle scelte che sale prepotentemente dal paese".
Ecco la riflessione: da allora non è cambiato niente, da allora il virus dell'antipolitica è dilagato in questa nostra Elba che - a quanto pare - sa dividersi per le cose serie ma è unita dall'incapacità di fare muro a gestioni che se ne i fischiano dei dibattiti politici, fino a ratificare la mancanza di un vero progetto in cambio di qualche rassicurazione "amministrativa", per poi magari capeggiare le manifestazioni in un ipocrita impeto di elbanita'.
Occorre lavorare perché questo non accada più, occorre supportare per il futuro chi non si brucia nella contestazione ma da quella bella malattia che si chiama gioventù prende l'energia che manca a chi si è assuefatto alla sterile polemica, curandosi dagli effetti collaterali di uno scontato qualunquismo condito dallo spirito di rivalsa ereditati proprio da coloro che sono convinti di combattere.
Ai margini c'e' un vantaggio: il poter aspettare il primo che piangerà sul latte versato