L’idea del Comune di Capoliveri di dotarsi di un “presidio” nei casi di rinvenimento di animali abbandonati o smarriti può apparire come un primo segno di attenzione al problema del randagismo.
Giustamente non si è parlato di canile sanitario; in tale ambito la legge di riferimento, la 59/2009 della Regione Toscana, dice chiaramente:
“ART. 31 Organizzazione, compiti e caratteristiche strutturali del canile sanitario
1. Il canile sanitario è la struttura a cui devono affluire tutti i cani catturati, o comunque recuperati.
2. Presso il canile sanitario è svolto dall’azienda USL, con oneri a proprio carico, il periodo di osservazione e profilassi sanitaria per un periodo massimo di sessanta giorni.
3. Al termine del periodo di osservazione, previa valutazione favorevole dell’azienda USL, il cane viene trasferito al canile rifugio. < omissis>
4. Gli animali abbandonati sono sottoposti a sterilizzazione obbligatoria, secondo le modalità di cui all’articolo 7, comma 2.
<omissis>
6. Il canile sanitario è dotato almeno delle seguenti strutture: a) infermeria; b) locale di degenza per gli animali; c) reparto ricovero per cuccioli; d) cucina; e) magazzino; f) servizi igienici per il personale addetto; g) box di isolamento in numero tale da rispettare il rapporto di un box per ogni dieci cani da ospitare.
7. I box e le strutture sono conformi ai requisiti strutturali ed alle caratteristiche costruttive previste dal regolamento di cui all’articolo 41.”
E’ il canile sanitario che deve essere presente sul territorio comunale; altre soluzioni (prive di tutti i requisiti previsti per legge) non potranno avere il riconoscimento delle autorità sanitarie locali. E’ proprio per la dimensione dell’intervento che ci siamo da sempre battuti con forza per la realizzazione di una struttura comprensoriale; solo unendo le risorse di tutte le amministrazioni elbane sarà possibile uscire dalla vergognosa condizione di assenza di ambiti in cui riunire la prima accoglienza (canile sanitario) e poi la permanenza (canile rifugio) del randagio.
E’ la presenza sul territorio di un punto di riferimento ben organizzato e gestito a permettere la nascita di quei circuiti virtuosi che attraverso l’informazione, la sensibilizzazione e la partecipazione di volontari o semplici visitatori consentono di trovare adozioni sicure e controllabili per gli ospiti del canile e di sconfiggere nel tempo in modo radicale la vergognosa pratica dell’abbandono.
E non parlo per sentito dire; con i miei compagni dei Ragazzi del Canile abbiamo realizzato agli Ex-Macelli ciò che sembrava impossibile: dal 1997 al 2002 abbiamo trasformato un’area estremamente degradata (dove già in recinti malconci venivano ricoverati i cani vaganti), in un punto di aggregazione che ha visto passare centinaia di volontari e visitatori, dalle classi delle scuole ai tantissimi partecipanti alle mitiche Feste di Primavera. Una sorta di parco canile nato in una quasi discarica dove il tempo di permanenza degli animali era minimo, proprio grazie alla visibilità degli animali stessi ed alla collaborazione tra i volontari e tutta la comunità elbana. Non a caso nei quattro anni di gestione siamo riusciti ad affidare quasi trecento animali, molti dei quali non sono dovuti mai entrare nella struttura, ma sono passati direttamente dal custode temporaneo alle loro nuove famiglie.
Chi decise di soffocare l’utopia degli Ex-Macelli e chi negli anni ha avversato la realizzazione di una nuova struttura ha la gravissima responsabilità di aver tolto agli elbani l’unico presidio realmente tangibile contro pratiche incivili come l’abbandono ed il maltrattamento.
Sono passati dodici anni in cui è successo veramente di tutto; tra contrasti politici, beghe elettorali, raccolte di firme, perdita di finanziamenti pubblici gli otto comuni non sono riusciti a dare l’unica risposta logica e sensata alla sacrosanta necessità dell’isola: un canile!
Il “presidio” di Capoliveri (anche se fosse moltiplicato per otto) non riporta le amministrazioni nella legalità. E’ una iniziativa parziale che, pur lodevole per la buona volontà, non può assolvere i compiti di un canile sanitario e che comunque ha un costo, rischiando di drenare le poche risorse che andrebbero destinate alla struttura comprensoriale. Su una cosa siamo perfettamente d’accordo con il Sindaco Barbetti: la frase di chiusura del suo comunicato, “… in attesa della realizzazione del canile comprensoriale”.
Andrea Tozzi per i Ragazzi del Canile