Ho letto con sorpresa ed un po' di sconcerto l'intervento del PD campese sulla vittoria delle elezioni locali del suo rappresentate Lambardi.
In un'analisi quasi kafkiana, il PD locale si lancia in una serie di acrobazie dialettiche in cui tralascia scientemente il dato più clamoroso, il crollo del PD elbano in questa tornata elettorale, in assoluta contro-tendenza rispetto alla renzianissima Toscana e all'Italia intera, mentre si crogiuola dell'unico dato positivo, la vittoria di Campo, con un superficialità "pro-domo sua" davvero strabiliante.
Innanzitutto ammette evidentemente un proprio limite intellettuale nell'analisi del voto globale elbano, perché probabilmente è molto più esaltante commentare una piccola vittoria che analizzare una grande e dura sconfitta. Ma anche questo denota scarsa coerenza e capacità di analisi.
Ma torniamo a Campo; è indubbio che il Pd abbia vinto, ma certamente tale vittoria non è figlia di quel radicamento di cui ampollosamente il Pd locale si autoincensa, nientemeno ponendosi come unico gruppo in grado di esprimere una classe dirigente giovane e moderna, se non addirittura, dal piccolo comune elbano, europea.
La vittoria del PD di Campo è soprattutto figlia di alcune dinamiche locali, che hanno visto alcuni gruppi di elettori confluire verso il candidato Lambardi, per motivazioni che con la politica del PD c'entrano poco. Quei gruppi che il PD locale definisce come "la parte migliore del centro-destra", giudizio che francamente diventa risibile, non essendo di fatto chiarite le motivazioni dello stesso convinto giudizio. Forse per il PD la parte migliore del centro destra è tale perché appoggia la sinistra? Anche questa potrebbe essere una lettura, ancorché semplicemente ridicola.
Che la vittoria di Campo non sia dovuta al radicamento dello stesso è facile dimostrarlo dalla valutazione dall'opposizione che il Partito Democratico e l'ex consigliere di opposizione Lambardi hanno portato avanti rispettivamente nel territorio e in Consiglio Comunale, in questi anni di governo Segnini. Opposizione praticamente nulla. Questo non è un dato soggettivo ma incredibilmente oggettivo. Nell'ultimo anno in cui ero presente al Consiglio, non ricordo un intervento critico del consigliere Lambardi il quale, al contrario, ha molto spesso votato a favore della maggioranza ed è intervenuto spesso in maniera positiva riguardo le scelte della stessa. La mia perplessità è stata tale che più volte, al sindaco Segnini, ho chiesto le motivazioni di tale comportamento. Lo stesso Sindaco mi ha risposto semplicemente che evidentemente la politica dell'Amministrazione era condivisa da quella opposizione.
Ma il capolavoro dialettico del PD locale trova la sua massima esaltazione nel periodo finale laddove i pieddini, non celando la loro presunta perenne superiorità intellettuale figlia di una mai doma cultura tipica della sinistra italiana, attaccano gli elbani che sono andati alle urne negli altri comuni laddove, dove vince la sinistra (un comune), ha vinto la gente migliore e la politica onesta, mentre dove vince il centro destra (resto dell'isola) "gli elettori dimostrano che non è finito il tempo dei personalismi e dei congressi permanenti a discapito dell'interesse amministrativo".
Fortunatamente all'Elba, diversamente da altre zone della Toscana, non esiste ancora il pensiero unico. Ed esiste anche una classe dirigente di destra onesta e intellettualmente strutturata. E soprattutto una cittadinanza matura in grado di fare delle scelte che non risentono della demagogia imperante. Che gli amici del PD di Campo se ne facciano una ragione.
Gianluigi Palombi