Egregi signori giornalisti vi scrivo con la speranza che almeno voi possiate dare voce alla situazione penosa del centro storico di Portoferraio. Ho scritto piu’ volte al Sindaco e a tutti i suoi collaboratori assessori o responsabili dei vari uffici del comune compresi i vigili urbani pregandoli di prendere provvedimenti e almeno di dirmi cosa pensavano di fare.
Purtroppo non ho avuto neanche un cenno di riscontro: Mi rivolgo quindi alla stampa locale e regionale sia on line che su carta stampata perche’ e’ necessario che queste persone siano messe di fronte alle proprie responsabilita’ al pubblico .
Il centro storico di Portoferraio è il peggiore di tutti i centri storici di tutta l’Elba. Il neo eletto Sig. Sindaco Ferrari con la sua squadra avrà tante cose da fare, ma le le cose da fare hanno delle priorità nel momento piu’ importante dell’anno quando ci sono i turisti: 3 in particolare: pulizia, igiene, immagine servizi ai turisti e ai cittadini visto che ci sono anche loro!
Tanfo di fogna ovunque in particolare nel bel mezzo della piazza principale, sporcizia nelle strade anche le piu’ centrali che finiscono (e fatte male) alle 11/12 del mattino, auto parcheggiate sotto le scalinate (tutto l’anno ma i vigili non passano) che i turisti percorrono come quella di Via dell’amore, strade buie come via Roma, bidoni della spazzatura di alcuni ristoranti lasciati tutta la notte fuori per strada a favore dei Gabbiani fino alle 5/6 del mattino qiuando arrivano gli addetti alla raccolta .
Ma la chicca sono le PIATTOLE (scarafaggi) che scorrazzano tranquille, io le vedo in particolare in via Roma, in via dell’Amore e via Elbano Gasperi, e non disdegnano di passeggiare anche di giorno.
La disinfestazione va fatta bene e per tempo, comunque si puo’ fare anche adesso. Vi immaginate i turisti che camminano per le strade sopra citate per andare verso la Villa di Napoleone e si trovano di fronte e piattole vive o spiaccicate per terra, spazzatura dispersa per strada…. Abitazioni costrette a spargere di polvere antipiattole il perimetro della porta e delle finestre, perche’ le piattole si arrampicano e entrano in casa! Che bella immagine.
Tutto questo l’ho scritto ai grandi cervelli del comune ma non mi hanno considerato.
La situazione del centro storico e delle vie citate è da sempre così, anche perché gli abitanti sono in maggior parte anziani che non hanno la forza né la capacita’ di farsi sentire .
Vi chiedo cortesemente di dare voce alla mia protesta, ci sono alcune foto allegate che rendono l’idea.
Grazie
Alessandro Fabiani
Gentile Signor Fabiani
Scrivemmo tempo addietro della storia degli "scoiattoli di mare" specie endemica elbana fantasiosamente creata da un furbo cameriere, che così definì dei grossi topi tranquillamente passeggianti sui fili che conducevano ad una palma nell'allora giardino di un ristorante.
Il mitico Franco detto "Ghette", dimostrando, oltre che prontezza, di disporre di "un muso che ci rimbarzavano i palanconi grechi" (sarebbe "faccia tosta" ma l'italiano non rende l'idea) fu talmente convincente nell'ammannire la gigantesca puttanata alla schifata nordica signora che denunciava le acrobatiche evoluzioni dei ratti sopra la sua testa, non solo da convincerla che quelli erano "scoiattoli pelagici", ma anche da farle dire: "Uh carini!" e perfino a farle lasciare una lauta mancia.
Forse si potrebbe tentare una simile diversione, sfruttando, anzi recuperando, un'altra fantasia tassonomica di anni addietro, in un altro periodo di esponenziale crescita del popolo dello scarafaggio di Cosmopoli, quando ci capitò di comprendere la funzione dell'asciugamano che un altro cameriere di un noto esercizio portava costantemente su una spalla, allorché lo vedemmo, fulmineamente brandito, abbattersi spietato in modalità "stiantalapiattola" su un insetto che tropppo aveva osato. Fu all'epoca che un ignoto bello spirito definì dei grossi "piattoloni" impegnati a fare del free-climbing sul bugnato delle mura del centro storico "ARAGOSTELLE NANE". Ma obiettivamente anche cercare di spacciare al più pollo dei turisti i simpatici animaletti per crostacei, ci sembra un'impresa disperata.
Né maggior successo avrebbe, a nostro parere, una campagna per esortare alla pacifica convivenza tra l'ìndigeno scarrafone e l'esogeno visitatore. In effetti un luminoso esempio di tolleranza in tal senso nella storia isolana c'è, anche se pur esso risalente a molto tempo fa: quello fornito da un tedesco che, trovandosi al centro della pizza appena servitagli una "anomala" oliva nera (chissà come colà finita), invece di imbastire un casino dell'ottanta (protestare vivacemente) come era nei suoi diritti, dimostrando un bel po' di teutonico spirito (oltre che di essere fornito di uno stomaco a prova di bomba), mangiò tranquillamente la pizza lasciandone solo una losanga centrale con "l'oliva", e riportando da solo il piatto allo sbiancato gestore del locale commentando: "Ahahah pizza buona, animale poco cotto!". Ma non possiamo sperare di trovarne un altro simile, di germanico attrezzo.
Forse come ella suggerisce sarà il caso di predisporre una rapida quanto radicale disinfestazione.