I parchi, le aree protette e i siti toscani di interesse comunitario per i loro valori di biodiversità avranno presto un'unica legge regionale che li governa.
E' stata approvata in giunta la proposta di legge "Norme per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturalistico-ambientale regionale", strumento normativo che riordina la materia di quel bene comune complesso che rappresenta circa il 17% della superficie regionale e che per la prima volta in Toscana adesso viene concepito come un "unicum".
La proposta di legge, in modo originale rispetto al passato e al quadro normativo nazionale e di molte Regioni, si propone quale "testo unico" in materia.
Al suo interno si trovano le norme relative all'istituzione, alla pianificazione integrata e alla gestione dell'intero sistema delle aree naturali protette e dei siti di interesse comunitario per la tutela della biodiversità, la disciplina per la Vinca (Valutazione di Incidenza) nonché quella delle Guardie Ambientali Volontarie (GAV). Questo, in base a un principio di unitarietà delle politiche di tutela, conservazione e valorizzazione del ricco e variegato "Patrimonio Naturalistico Ambientale Regionale".
Insomma, si tratterà di una disciplina completa, immediata, univoca e coordinata che consentirà la gestione integrata della molteplicità dei siti e delle realtà di interesse naturalistico ed ambientale presenti in Toscana, compresi i siti Natura 2000, che fino ad oggi hanno avuto separate e non sempre chiare modalità di gestione, valorizzando ed ampliando le competenze e la "regia" della Regione ed una più efficace governace sub regionale degli Enti Parco regionali e delle Province.
"Questa proposta - spiega l'assessore regionale all'ambiente Anna Rita Bramerini - attesa da due legislature nasce dall'esigenza di riordinare la materia dei parchi, delle aree protette e della cosiddetta rete Natura 2000, cioè i siti di interesse comunitario, che in Toscana sono molteplici ed hanno già un riconoscimento dettato dalle disposizioni comunitarie. Oltre alla necessità di conformare la materia alle novità normative europee e nazionali, avevamo quella di introdurre misure di semplificazione e di snellimento burocratico. Tutto con l'intenzione di rilanciare il sistema, creando uno strumento valido, insieme all'azione di tutela e conservazione dei beni naturalistici, per la promozione e la valorizzazione di queste aree, integrando la tutela dell'ambiente con il turismo, l'agricoltura, la ricerca scientifica e l'educazione ambientale".
Le principali novità:
Solo 4 categorie di aree di interesse naturalistico - Quattro tipologie di aree tutelate: Parchi regionali, Riserve naturali regionali, comprensive anche delle aree di interesse locale ed i parchi provinciali, Siti di Interesse Comunitario (SIC) comprensivi anche dei siti di interesse regionale e Zone di Protezione Speciale (ZPS).
Sarà quindi aggiornata e semplificata la classificazione delle aree protette sub regionali che verranno tutte raggruppate nell'unica tipologia di "Riserve naturali" eliminando le categorie dei parchi provinciali e degli ANPIL (aree naturali protette di interesse locale) classificazioni che rispondono ad esigenze più locali che non al dettame della legge nazionale 394 che non le contempla.
Tutto questo avverrà entro 1 anno dall'entrata in vigore della ad legge d'intesa con gli enti locali, in un rapporto di collaborazione fra territori e Regione Toscana. Le Province manterranno il coordinamento del sistema delle aree protette sub regionali e la competenza sulle riserve provinciali. Queste ultime potranno essere gestite anche da Unioni di Comuni o da singoli Comuni laddove quel livello amministrativo risulterà, previa valutazione della Regione Toscana e specifiche convenzioni, il livello più adeguato per la gestione.
Riduzione e snellimento degli organi degli Enti Parco regionali - Saranno riviste la composizione e le competenze degli organi, in particolare riducendo il numero dei componenti del Consiglio direttivo e sopprimendo, là dove esiste ancora, la giunta esecutiva.
L'obiettivo è rendere il più uniforme possibile e rilanciare la governance dei tre parchi regionali riguardo gli atti fondamentali per la pianificazione e la programmazione economica finanziaria in coerenza con l'evoluzione della disciplina introdotta in questi ultimi anni che ha modificato l'assetto originario e l'organizzazione di questi enti.
Nello specifico, i rappresentanti delle categorie economiche, degli enti di ricerca e delle associazioni ambientaliste presenti sul territorio, faranno parte della Comunità del Parco con funzioni propositive e consultive.
Al consiglio direttivo, che dovrà essere composto da membri con specifiche comprovate esperienze e professionalità, designati dalla Regione e dagli enti locali di riferimento, spetterà tra le altre competenze, l'adozione degli atti obbligatori di pianificazione e regolamentazione dell'ente oltre che dei bilanci e dell'attuazione degli indirizzi espressi dalla comunità del parco.
Per introdurre forme di maggiore coordinamento e uniformità tra le attività dei singoli parchi, le attività di carattere amministrativo dei tre parchi potranno essere gestite o governate in maniera uniforme anche con unico centro di coordinamento e con forme di collaborazione per consentire oltre all'uniformità anche una razionalizzazione delle spese.
E' inoltre confermato il ruolo di supporto dei Comitati scientifici dei Parchi che si relazioneranno con la Consulta Tecnica della Regione.
Semplificazione ed efficienza della pianificazione e programmazione - Il Piano del parco sarà uno strumento unico ed integrato e disciplinerà, insieme ed in raccordo col Regolamento del Parco, il futuro del parco tenendo conto, oltre che degli obiettivi di tutela e di conservazione, anche delle attività socio-economiche. Quindi sarà eliminata la dicotomia tra Piano del parco e Piano socio-economico (PPES) ed i tanti piani attuativi.
La novità oltre che i contenuti riguarda anche le procedure: il Piano unico sarà predisposto dal Consiglio direttivo, sentita la Comunità del Parco, ma sarà adottato ed approvato dal Consiglio Regionale. I parchi avranno un anno di tempo dalla approvazione della legge per uniformare ed aggiornare i piani esistenti e trasmettere le loro proposte di Piano unico alla Regione per la sua approvazione. Saranno quindi riallineati e aggiornati gli importanti strumenti di pianificazione dei parchi.
Consulta e Osservatorio - Saranno riformati gli strumenti di supporto scientifico della Regione. Viene confermata la Consulta regionale delle attività delle aree protette per la biodiversità, ampliata la sua composizione per renderla efficace nella sua funzione di supporto scientifico della Giunta regionale. Viene costituito il nuovo Osservatorio regionale per la biodiversità terrestre e marina, quale sede di supporto agli uffici regionali competenti in materia di raccolta dati e informazioni sulla biodiversità, recuperando la positiva e pluriennale esperienza della Osservatorio Toscano Cetacei.
Valorizzazione - I parchi saranno oltre che uno strumento per la tutela delle risorse naturali ed ambientali, anche una valida sede per la valorizzazione delle attività antropiche compatibili come l'agricoltura ed il turismo sostenibile . Diventeranno quindi una parte importante della valorizzazione del tessuto economico di un territorio, anche sotto il profilo del cosiddetto "turismo verde", che in Toscana può interconnettersi con altri turismi o altre valenze e vocazioni del territorio come le città d'arte, il turismo balneare, il turismo montano ed eno-gastronomico. Si prevede che i parchi possano concedere l'uso del nome e dell'emblema (marchio) ai produttori di beni e servizi locali che presentano caratteristiche di qualità, di sostenibilità e di tipicità territoriale. In sintesi, questa legge rilancerà il ricco sistema di aree naturali e siti comunitari facendo tesoro della pluridecennale esperienza dell'intero sistema regionale.