Con sgomento la scrivente Organizzazione Sindacale Si.P.Pe. ha appreso della presenza di una lettera anonima, inviata al Garante dei diritti dei detenuti della Toscana, in cui sarebbero stati denunciati presunti soprusi, corruttele e cattive abitudini in uso presso la Casa di Reclusione di Porto Azzurro.
Da quanto è risaputo, l’Istituto Elbano in passato era considerato un vero e proprio trampolino di lancio per l’inserimento dei detenuti nel mondo del lavoro, della scuola e quindi della rieducazione e trattamento; ad oggi le poche risorse economiche non permettono più di garantire l’avvio al lavoro intramoenia per tanti detenuti, ( in passato nelle lavorazioni interne erano occupati circa il 50% dei reclusi), ma prosegue di buon grado il lavoro dell’Equipe trattamentale che permette a tanti reclusi di accedere ai benefici previsti per legge.
Di certo tra i detenuti sono vissute condizioni di disagio derivanti talvolta da situazioni personali e familiari che spesso sfociano nella non accettazione della condizione di detenzione culminando con episodi di violenza con aggressioni nei confronti degli agenti di Polizia Penitenziaria, e con atti autolesionistici o tentativi di suicidio.
Non di rado, e non solo di Porto Azzurro, si legge di aggressioni subite dai Poliziotti Penitenziari, talvolta anche con prognosi di rilevante entità, e ancor più spesso si ripetono le notizie di numerosi interventi degli stessi agenti che riescono ad impedire il compimento di tentativi di suicidio.
Porto Azzurro, da sempre è stata una Casa di Reclusione, quindi a regime detentivo aperto, e negli ultimi anni, forse a causa del tanto acclamato sovraffollamento, molti detenuti assegnati non risultano essere idonei al regime detentivo citato.
La scrivente O.S., pur riconoscendo che giornalmente sono vissute varie situazioni di disagio, dovutetalvolta a guasti degli impianti, o alla mancanza di fondi per le mercedi, oppure per il sovraffollamento e le condizioni strutturali di alcuni settori detentivi, deve sottolineare che non è mai stata registrata nessuna situazione di soprusi, corruttele o cattive abitudini, quindi con la presente SMENTISCE quanto sarebbe stato riportato da una lettera anonima - che, va detto, lascia il tempo che trova, in quanto chi scrive non ha nemmeno il coraggio di assumersi la responsabilità delle affermazioni in essa contenute, gettando solo discredito sull’Amministrazione Penitenziaria e sul Corpo di Polizia le cui donne ed uomini giornalmente, con spirito di sacrificio, assicurano l’ordine e la sicurezza negli Istituti Penitenziari.
IL VICE SEGRETARIO GENERALE Angelo MONTUORI
IL VICE SEGRETARIO GENERALE Francesco MAZZEI