«Il Piano paesaggistico è una follia dirigistica che ricorda i piani quinquennali di sovietica memoria, Ora non c’è più spazio per intervenire a colpi di bianchetto: c’è solo una strada il ritiro dell’atto. Chiediamo a Rossi di prendere atto dell’errore e lasciare che sia la prossima amministrazione a riscriverne una nuova versione, meno anacronistica, non più imbevuta di ideologia e più attenta alle esigenze reali della nostra regione. Un piano, magari, che non sia di tremila pagine, ma magari di tremila parole».
A chiedere la revoca del Piano paesaggistico sono il coordinatore regionale di Forza Italia Massimo Parisi e il capogruppo a Palazzo Panciatichi Giovanni Santini nel corso di una conferenza stampa tenutasi stamani, a distanza di una settimana dal termine ultimo per la presentazione di osservazioni al Piano. Conferenza stampa a cui hanno partecipato i consiglieri regionali di Forza Italia Nicola Nascosti, Stefano Mugnai, Tommaso Villa e Stefania Fuscagni (portavoce dell’Opposizione).
«Sono oltre 500 le osservazioni depositate e che attendono le controdeduzioni da parte della Giunta: mai nessun atto della Regione Toscana ne aveva ricevute così tante. Richieste di modifica che si sommano ai numerosi e pesantissimi rilievi mossi dalle categorie economiche, dagli enti locali, degli ordini professionali e persino da autorevoli esponenti del Pd. Numeri che dimostrano che siamo di fronte a un piano che è contro la Toscana, contro la sua economia e contro la libertà di tutti i soggetti che ne compongono il tessuto istituzionale ed economico, pretendendo di predeterminarne il futuro, in spregio di millenni di storia. Forza Italia ha svolto sino in fondo il suo ruolo istituzionale presentando le sue osservazioni, ma tante sono le legittime obiezioni mosse che non possiamo che ritenere il ritiro dell’atto la sola via per scongiurare un rischio di imbalsamazione che sta per investire la Toscana. La Giunta ha commesso un errore, frutto di un’altra epoca storica, di un’ideologia sbagliata e di diversi assetti politici interni alla maggioranza: Rossi lo ammetta e agisca di conseguenza, presentandosi in Consiglio con una proposta di revoca dell’atto», concludono Parisi e Santini.