Con una delibera approvata il 29 settembre, la Giunta comunale di Portoferraio ha approvato un documento contente le osservazioni al “Piano Paesaggistico” adottato dalla Regione Toscana il 2 luglio 2014 (Adozione dell’integrazione del P.I.T. con valenza di piano paesaggistico). Il documento approvato dalla giunta di centro-destra portoferraiese sarebbe quello formulato della Conferenza degli Sindaci dell’Isola d’Elba ed elaborato anche con il supporto dei tecnici comunali e dei rappresentanti degli ordini professionali, molto critici e spesso con motivazioni poco comprensibili, al Piano Paesaggistico.
L’adozione della delibera da parte della Giunta Portoferraiese è avvenuta, come per gran parte degli altri 7 Comuni elbani, negli ultimi giorni utili per poterlo fare, senza nessuna consultazione pubblica di altri che non fossero le categorie professionali ed economiche che hanno dimostrato un interesse a proseguire nell’intensa cementificazione dell’Elba nell’ultimo trentennio, avvenuta spesso ignorando o “interpretando” i vincoli già esistenti e che il Piano Paesaggistico ha il “difetto” di rendere leggibili e per questo non più facilmente aggirabili.
La Regione Toscana, che è stata criticata da sindaci, categorie, professionisti e Partiti (anche e soprattutto il PD) per una presunta mancanza di trasparenza, è stata in realtà l’unica ad organizzare attraverso l’Assessore Anna Marson, un’iniziativa pubblica all’Elba che ha dimostrato l’inconsistenza di molte critiche, dovute o a scarsa conoscenza o alla nostalgia di leggi urbanistiche ottime ad una prima lettura, ma dotate di comodi “buchi” e scappatoie burocratiche per aggirare le prescrizioni con varianti e variantine e “de-regolamenti”. E’ anche abbastanza strano che forze politiche (all’opposizione o al governo è uguale), categorie ed ordini professionali che hanno taciuto di fronte a 8 Piani Strutturali che, messi insieme, avrebbero scaricato sull’Elba altri 3 milioni di metri cubi di nuove seconde, terze e quarte case, residence e falsi PEEP, oggi siano invece molto loquaci e critici contro un Piano che, chiarendo quali sono i vincoli già esistenti e le invarianti da rispettare, punta a salvaguardare paesaggio e territorio in una Regione e in un’Isola che hanno subito pesanti danni proprio in aree scriteriatamente cementificate in barba a vincoli e prudenza.
Sono magari gli stessi Sindaci, Partiti, categorie e Ordini che non hanno battuto ciglio per la scandalosa adozione del “Piano Strutturale unico” di 4 Comuni, in piena campagna elettorale amministrativa e senza nessuna consultazione (e documentazione sul sito del Comune), o che spesso si riempiono la bocca di parole come “green economy” e “sviluppo sostenibile”, mentre continuano imperterriti con un modello di sviluppo basato su rendita e cemento che è in evidente crisi anche e soprattutto all’Elba.
Per questo Legambiente Arcipelago Toscano è rimasta molto sorpresa quando si è accorta che la delibera approvata non conteneva nessuna documentazione che possa far capire ai cittadini cosa e perché “osservi” il Comune di Portoferraio, quindi ha scritto al Sindaco Mari Ferrari sottolineando che, a più di una settimana dall’approvazione delle osservazioni, «sul sito istituzionale nell’albo pretorio la delibera pubblicata è priva del citato documento» e perciò il Cigno Verde isolano chiede, «ai sensi delle norme sull’accesso civico di cui all’art.5 del DLgs 33 2013, di integrare la delibera nell’albo pretorio con la pubblicazione del citato documento» e di comunicare all’Associazione l’avvenuta pubblicazione.