In vista del Consiglio Comunale che si dovrebbe tenere, straordinariamente e maltempo permettendo, sull’Isola di Montecristo il 19 ottobre, la giunta comunale di Portoferraio ha presentato ai gruppi consiliari un documento contenente le linee programmatiche per l’ambiente che, pur in gran parte condivisibile, non brilla certo per originalità e concretezza. Il documento si conclude con una proposta per l’Isola di Montecristo (10 Km2), protetta dal Parco Nazionale a terra e a mare dal 1996 ed ancor prima riserva di caccia del Re d’Italia e poi Riserva integrale biogenetica della Repubblica Italiana, istituita nel 1977, per bloccare i tentativi di speculazione edilizia in atto dagli anni’60, gestita dal Corpo forestale dello Stato ed insignita del Diploma per l’ambiente dell’Unione europea. Sull’Isola di vivono stabilmente solo i due custodi e per alcuni periodi, anche recentemente, è stata completamente disabitata.
Nel documento presentato dalla maggioranza di centrodestra di Portoferraio, pur dando atto al Parco Nazionale di aver “democratizzato” gli accessi all’Isola, aprendola prioritariamente alle visite delle scuole e dei residenti dell’Arcipelago Toscano, si legge che “Questa Amministrazione ritiene, previo l’accordo con l’Ente Parco, che per godere appieno dell’ambiente, apprezzarne la natura e rispettarla, occorra ben più di una semplice gita. Qualche giorno di permanenza in mezzo alla natura lascerebbe un ricordo indelebile, prima base per una vera cultura ambientale. Montecristo, a parer nostro, deve essere il centro propulsore e vitale dell’intero Arcipelago Toscano...”
Ci pare più che evidente che, non essendoci su Montecristo, ad esclusione della Villa Reale e della Casa dei guardiani, nessuna struttura in grado di ospitare gruppi consistenti di persone, la Giunta Comunale di Portoferraio ipotizzi la realizzazione di una struttura ricettiva sull’Isola.
Ci permettiamo, anche in vista del prossimo Consiglio Comunale, di rivolgere alcune domande al Sindaco Mario Ferrari ed ai suoi assessori.
1) Come si ritiene sia possibile organizzare una nuova ricettività (che prevede anche la permanenza continua di alcuni addetti ed il rifornimento di cibo, acqua ed attrezzature) in una Riserva integrale dello Stato, in un’isola quasi interamente compresa dal Piano del Parco (approvato dallo stesso Comune di Portoferraio) nell’Area A di Tutela integrale e solo in minima parte, quella che circonda il piccolo nucleo di costruzioni, in Zona B di riserva generale orientata, dove sono comunque vietate nuove costruzioni ed infrastrutture e movimentazione di terreno ed è consentita solo la manutenzione ordinaria e straordinaria?
2) Come si pensa di poter realizzare una qualche struttura ricettiva in un’area ad elevatissimo rischio idrogeologico, interessata da alluvioni e frane anche recenti? Chi si assumerà gli alti costi della messa in sicurezza di un corso d’acqua circondato da pareti rocciose impervie?
3) Si è calcolato quali sono i tempi di ritorno economico di queste opere necessarie per gli eventuali gestori e quest’ultimi debbono essere pubblici o privati?
4) La proposta dell’Amministrazione Comunale è compatibile con il fatto che Montecristo è stata classificata recentemente Zona speciale di Conservazione (Zsc – ex Siti di di interesse comunitario Sic - Direttiva Ue Habitat) ed è Zona di protezione speciale (Zps – Direttiva Uccelli) a terra ed a mare? Si ricorda che secondo il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del Mare, “La designazione delle Zsc è un passaggio fondamentale per la piena attuazione della Rete Natura 2000 perché garantisce l’entrata a pieno regime di misure di conservazione sito specifiche e offre una maggiore sicurezza per la gestione della rete e per il suo ruolo strategico finalizzato al raggiungimento dell’obiettivo di arrestare la perdita di biodiversità in Europa entro il 2020”.
5) La proposta dell’Amministrazione Comunale è corredata da una qualche (obbligatoria) Valutazione di Incidenza? E’ conforme alla regolamentazione alla Zsc/Zps e Sito di importanza regionale (Sir) IT5160017 Isola di Montecristo - Formica di Montecristo (Affrichella o Scoglio d’Affrica), definito “Isola abitata dai soli addetti alla sorveglianza, accessibile al pubblico in modo limitatissimo”?
6) Non pensa l’Amministrazione Comunale che tali proposte di modifica comporterebbero l’avvio di una procedura di infrazione contro l’Italia da parte dell’Unione europea?
7) L’Amministrazione comunale intende rinunciare al Diploma del Consiglio Europeo concesso a Montecristo nel 1988, cosa praticamente automatica con una revisione degli attuali vincoli del tipo di quella ventilata nel documento? Non ritiene che sarebbe un danno di immagine per l’intero Arcipelago Toscano?
8) Come intende l’Amministrazione Comunale impedire l’introduzione di specie invasive che comporterebbe una fruizione continua dell’isola, comprese quelle eradicate grazie al progetto LIFE+ Montecristo 2010?
9) Viste le recenti ed assurde polemiche ed accuse - avanzate durante il passato mandato amministrativo da parte di alcuni Consiglieri del Comune di Portoferraio - per l’eradicazione dei ratti a Montecristo (un progetto scientifico LIFE+ considerato tra i migliori dall’Unione europea), tra i proponenti dei soggiorni prolungati a Montecristo vi sono anche coloro che imbastirono quella polemica politica priva di qualsiasi base scientifica e tecnica? Come valuta l’Amministrazione Comunale l’eccezionale successo riproduttivo delle berte minori e la vera e propria esplosione di rara biodiversità dopo quell’eradicazione?
10) Come si intende trasformare quella che è probabilmente la più grande isola disabitata del Mediterraneo nel “centro propulsore e vitale dell’intero Arcipelago Toscano”? Si intende forse ampliare il porticciolo in piena Area marina protetta integrale o realizzare altre strutture per consentire un soggiorno in sicurezza nell’isola più “isolata” e impervia del Tirreno e raggiungibile solo dopo ore di navigazione? A carico di chi dovrebbero essere questi interventi costosi e impossibili secondo le leggi vigenti ed i Piani approvati che fanno integralmente parte degli strumenti urbanistici del Comune di Portoferraio?
Detto questo ed in attesa di ottenere una risposta a queste 10 semplici domande, Legambiente Arcipelago Toscano, fedele al principio “entry e no touch”, non è contraria a discutere, dopo l’istituzione dell’Area Marina Protetta, di come permettere la balneazione sperimentale per i visitatori (sul modello di Pianosa) a Cala Maestra a Montecristo, né ad organizzare iniziative di fruizione scientifica e culturale dell’Isola che amplino, in alcuni periodi di bassa stagione, la platea dei visitatori. Inoltre, in accordo con i vincoli europei, sotto l’attenta supervisione del Corpo forestale dello Stato e del Parco Nazionale, e dopo un’attenta ricognizione scientifica per individuare l’area, si potrebbe pensare a sperimentare immersioni contingentate a numero limitato (anche qui sul modello Pianosa) destinate a subacquei esperti che utilizzino esclusivamente diving centers autorizzati dell’Arcipelago Toscano.