E' decisamente tempo di primati, ieri abbiamo registrato quello della Regione Toscana, prima in Italia a darsi una legge contro il consumo del suolo, oggi un altro di segno assolutamente contrario, quello del Comune di Portoferraio primo in Toscana a manifestare l'intenzione di impugnare davanti al TAR il P.I.T. con valenza di Piano Paesaggistico della Regione.
Ma quello che è realmente singolare è che il Comune ha deliberato di dare incarico ad un legale del foro pisano (per un compenso di 7.209 euro) per opporsi ad un atto che ancora, pur essendo stato adottato, non è ancora stato approvato, né esattamente definito nei dettagli, quando non sono state ancora valutate le osservazioni presentate da diversi soggetti istituzionali tra i quali quelle dello stesso Comune di Portoferraio.
Ma se per ipotesi le osservazioni portoferraiesi venissero accolte, prima che, con l'approvazione, il P.I.T. entri in vigore, avverso cosa ricorrerebbe il Comune?
L'assessore all'urbanistica di Portoferraio Roberto Marini fornisce ai colleghi del Tirreno la seguente motivazione:
«La Regione ha adottato nel 2009 un Pit anche con la disciplina paesaggistica rivolta ai Comuni, introducendo norme di salvaguardia, cioè il blocco dell’attività urbanistica ed edilizia, tale piano non è mai stato approvato definitivamente e quindi la Regione non ha mai approvato indirizzi definitivi. Dopo cinque anni di blocco la Regione ha adottato un nuovo piano, ancora provvisorio senza indirizzi definitivi in materia paesaggistica».
Ma sbagliamo, o gli indirizzi paesaggistici a cui si riferisce Marini all'atto dell'approvazione del PIT dovranno essere necessariamente definiti?
Ed ancora la domanda delle domande, ma cosa pensa Marini si debba ancora costruire a Portoferraio (non diciamo trasformare, riusare e riadattare, ma costruire ex-novo) che non sia stato costruito o in via di costruzione?
Ma ha contezza questa amministrazione del fatto che il centro storico è ormai uno scatolone vuoto di umanità e che nelle prime periferie portoferraiesi si è innescato un simile processo di svuotamento, sa che il patrimonio abitativo portoferraiese inutilizzato o sottoutilizzato (per non parlare dei fondi ex-commerciali, magazzini e volumi diversi) se non pareggia quello in uso ci è molto vicino? Si rende conto che continuare a cementificare (oltre che bruciare per sempre altro territorio altre risorse paesaggistiche) in queste condizioni di mercato svalorizza e deprezza il patrimonio esistente?
Se abbiamo giudicato le giunte Peria non troppo urbanisticamente illuminate, per il loro eccessivo permessivismo, i primi segnali che invia la compagine guidata da Ferrari sono urbanisticamente inquietanti.