In merito al Regolamento Comunale dello spazio Centro Giovani, in calata Mazzini, Portoferraio, osserviamo quanto segue:
In risposta alle dichiarazioni rilasciate dall'Assessore alle politiche giovanili Laura Berti, in sede di Consiglio Comunale del 09.12.2014.
Riguardo alla fascia d'età (11-35) che viene introdotta come “limite di fruibilità” con il Regolamento Comunale.
E' vero che, come sostiene l'assessore Berti, in realtà territoriali diverse dalla nostra, dove ci sono ludoteche per i più piccoli, un numero adeguato di asili nido e altri servizi, con la denominazione 'Centro Giovani' si intende uno spazio dedicato ad un'utenza giovanile che comprende ragazzi dagli 11 anni in poi.
In questo territorio, purtroppo, così non è.
Lo spazio, di proprietà pubblica in questione, risulta l'unico adeguato del Comune di Portoferraio per attività extrascolastiche, quali doposcuola, ludoteca e attività laboratoriali di vario genere, l'unico che soddisfa le normative sulle barriere architettoniche,l'unico adeguatamente riscaldato e salubre.
In attesa che il Comune disponga di altre strutture che soddisfino l'esigenza di spazio dei cittadini più piccoli, il Centro Giovani potrebbe essere considerato, con evidenza realistica, un centro polivalente e un servizio essenziale dovuto alla cittadinanza contribuente.
Sull'utilizzo dello spazio la Sig.ra Berti sostiene, inoltre, che il luogo fosse ufficialmente inutilizzato ma “ufficiosamente” frequentato da associazioni che svolgevano “attività per bambini”.
Vediamo quali siano, nella realtà dei fatti, documentabili e già potute riscontrare dalla stessa Sig.ra Berti, le attività svolte in quel luogo:
Lo scorso anno al Centro Giovani si sono svolti laboratori di arte, riciclo, teatro, letture, musica e psicomotricità e anche laboratori di fotografia in regime di volontariato supportate dall'Associazione di Promozione Sociale Opificio LiberArti in autogestione con ragazzi delle scuole superiori.
Le attività sono state finanziate da fondi regionali (PEZ) in seguito ad un lavoro di ricerca di base dei bisogni dal basso. Un lavoro durato molti mesi che ha visto impegnati insegnanti, professionisti e professioniste dell'educazione, della psicoterapia, del sostegno insieme ai genitori.
Un buonissimo lavoro, premiato infatti dalla Regione Toscana che ha riconfermato anche per questo anno, i fondi per la formazione e per attività laboratoriali riguardanti soprattutto l'integrazione e l'inclusione dei soggetti svantaggiati.
L'Associazione LiberArti ha offerto le proposte laboratoriali diversificate in quel luogo che hanno avuto un grande riscontro cittadino.
La consistente partecipazione al progetto “Oplà” ha confermato, ad esempio, la necessità di spazi di condivisione, soprattutto nel periodo invernale, per famiglie e bambini.
Lo spazio gioco aperto ai bambini da 0 a 5 anni accompagnati dai genitori ha visto una numerosa affluenza per tutta la durata del progetto con picchi di oltre quaranta presenze.
Il Laboratorio di pittura e riuso creativo “Ricrearte” ed il Laboratorio di teatro “Piccoli Clowns in libertà” sono stati per i bambini una grande esperienza formativa e socializzante, prima che artistica.
E' stato un momento di apprendimento ATTIVO. Attraverso gli esercizi teatrali, giochi, brainstorming, e improvvisazione a tema si è data ai bimbi la preziosa possibilità di esprimersi, di aprirsi, di conoscersi, di sperimentare nuove forme di apprendimento che passano sul corpo, il respiro e il lavoro di gruppo.
Quest'anno è stato riapprovato e finanziato con gli stessi fondi regionali PEZ, un altro ciclo di attività che con l'introduzione di una nuova professionista esperta di Globalità dei Linguaggi (metodo Stefania Guerra Lisi) vede coinvolti anche bambini e ragazzi svantaggiati e portatori di handicap.
Si chiede pertanto di rivedere, in tempi brevi, il regolamento del Centro Giovani sia per quanto riguarda la fascia d'età, sia per la gratuità dello spazio in circostanze come queste, che non richiedono aggravi di spese pubbliche ma solo la possibilità di usufruire di fondi già stanziati e in continuità con il lavoro svolto in precedenza.
L'Opificio LiberArti si vede costretto ad iniziare il lavoro in ritardo, per mancanza di chiarezza e lungaggini protratte fino ad oggi, e a pagamento, affidandosi al buon cuore di qualche privato, di fatto togliendo risorse allo stesso progetto regionale.
Associazione di promozione sociale LiberArti, Portoferraio