Quello che sta succedendo sulla spiaggia della Marina, nel centro di Marcia Marina, sta sollevando l’indignazione di molti cittadini e Legambiente è tempestata di segnalazioni di gente molto preoccupata.
Quella della Marina è una spiaggia urbana che è stata abbandonata dalle varie amministrazioni comunali che si sono succedute agli effetti erosivi del prolungamento del porto, che l’hanno svuotata, sul lato di Piazza della Vittoria, facendo “migrare il materiale al di là del Moletto del Pesce, fino a formare negli anni una nuova spiaggia portuale lungo viale Margherita.
Ora, dopo la mareggiata che ha provocato diversi danni, utilizzando la solita “urgenza” che è diventata normalità, il Comune ha affidato alla Sales un ripascimento che si sta trasformando in un riempimento con breccino di cava che nulla ha a che vedere con i ciottoli che in migliaia di anni ha trasportato il fosso di San Giovanni e che progetti mal pensati hanno distrutto in pochi decenni. A completare l’opera una sciagurata diga di massi che, per riparare il ripascimento assesta un altro colpo, l’ennesimo, al paesaggio del lungomare marinese.
E’ l’artificializzazione e la banalizzazione di una spiaggia urbana unica, che avrebbe meritato ben altra cura ed attenzione, è uno sfregio alla stessa natura e storia di Marciana Marina. Siamo alla trasformazione di qualcosa di particolare e di antico in una via di mezzo tra un imbonimento e una spiaggia finta.
Se poi si pensa che la proposta di Piano Regolatore portuale proposto dalla Giunta marinese, con i suoi mega-moli ed imbonimenti, acuirebbe i fenomeni erosivi e gli effetti delle mareggiate che si vorrebbero limitare con questo barbaro intervento, si capisce cosa potrebbe succedere in futuro.
Per questo chiediamo all’Amministrazione Comunale di fermarsi, di considerare quanto fatto finora un intervento tampone di emergenza, e di aprire una discussione con la cittadinanza, le associazioni, le categorie economiche su un progetto di reale ripascimento sostenibile della spiaggia della Marina, che ne ripristini lo stato e la bellezza originale andata persa in anni di scelte sbagliate e di sottovalutazioni del fenomeno erosivo, per farlo con materiali congrui e senza sfregi paesaggistici.