La polemica tra regioni ordinarie e speciali è partita con il piede sbagliato come si è visto anche nel dibattito dalla Gruber.
Enrico Rossi chiede che i vantaggi se non di casta tuttavia evidenti per le regioni speciali a partire dal piano finanziario siano ridimensionati a pro di quelle ordinarie.
Ora i ‘vantaggi’ delle regioni speciali derivano in qualche caso addirittura da accordi internazionali e comunque da specifici statuti costituzionalmente garantiti e peraltro assai diversi tra loro. Le competenze speciali hanno ricadute sia pure anch’esse diverse sugli enti locali.
La partenza con il piede sbagliato è dovuta al fatto che il nuovo titolo V riduce notevolmente le competenze delle regioni ricentralizzando molto mentre non riguarda le regioni speciali che manterranno competenze e ruoli che invece meriterebbero come già emerso da una vecchia indagine parlamentare di essere ridefinite anche in rapporto alle altre regioni specie confinanti sia sulle Alpi che nel Mediterraneo e Adriatico.
Se le regioni ordinarie anziché contestare i pericoli che di profilano sul piano nazionale scaricano su quelle speciali il proprio risentimento faranno la fine dei polli di Renzo. Così crescerà ulteriormente la forbice oggi giustamente contestata.
On Renzo Moschini