Per marzo era stato annunciato dal Presidente del Consiglio il Green act (tanto per parlar chiaro) ‘sull’economia e l’ambiente in vista della grande conferenza di Parigi 2015’. Per ora non si è visto niente ma il ministro Galletti ha assicurato che giugno sarà il mese buono.
Si dice che sono già state raccolte informazioni e proposte sulle energie rinnovabili, trasporto pubblico e altro. Non risulta almeno finora che tra questi Dossier figurino anche le aree protette con annessi e connessi i non pochi degli ambiti di cui ci si dovrà occupare ora qui e poi a Parigi dove i parchi non li dimenticano.
Giustamente Legambiente che ha avanzato al riguardo 11 proposte i parchi non li ha dimenticati ricordando che bisogna permettere alle aree protette di sviluppare al massimo le loro potenzialità promuovendo attività economiche di qualità. Speriamo che sia la volta buona?
Stando a quel che bolle in pentola meglio dubitare. Infatti mentre la Corte dei Conti ci ricorda e non è la prima volta che i maggiori Parchi Nazionali non hanno un piano, programmi seri e persino residui attivi malgrado la carestia in pentola c’è altro. Infatti l’ufficio complicazioni cose semplici è all’opera (ma non va mai in ferie?) ora per accorpare il CFS ora per ingarbugliare ulteriormente e burocraticamente la gestione ordinaria dai direttori ai nulla osta specie nelle aree protette marine penalizzando e paralizzando sempre più situazioni già incasinatissime. Così anche le regioni e in particolare quelle che saranno rinnovate a fine maggio si troveranno con una agenda
scombinata da cui avranno da trarre ben poche indicazioni e stimoli di cui invece avrebbero molto bisogno. Vedi la situazione della Lambardia a cui appartiene quasi metà del territorio del Parco Nazionale dello Stelvio che non sa che pesci prendere dopo la decisione balorda di ‘spacchettarlo’ con effetti dannosissimi.
Che di questi temi e non soltanto di quelli dei parchi in questa campagna elettorale si parli poco o niente è la conferma del perdurare di una crisi che ha messo il governo del territorio in cantera di fondo.
C’è qualcuno che non a chiacchere vuol metterci la faccia? Basterebbe farlo anche a velocità moderata senza stracolli. Il ministro potrebbe cominciare, ad esempio, a prendere in considerazione le proposte che gli sono state fatte da più parti e anche da noi del Gruppo di San Rossore.
Renzo Moschini
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