Lettera aperta al governatore dr. Enrico Rossi
Sig. Governatore
Il contenuto della sua conferenza stampa del 30 aprile 2015 in tema di sanità elbana è inevitabilmente in gran parte condivisibile: oggi, volendo riorganizzare un sistema sanitario, non si può più prescindere dal prendere in considerazione l’aspetto legislativo, quello normativo vigente in base agli accordi Stato Regioni e quello economico; ma soprattutto oggi non possiamo prescindere da un dato fondamentale in tema di sanità, la casistica, concetto che Lei ha più volte ripetuto durate il suo intervento, e che non è legata al problema solo del risparmio, ma anche e soprattutto alla capacità di fare le cose, capacità che si acquisisce solo con il numero di interventi eseguiti, e che diviene fondamentale anche per conservare quella manualità che consente qualità e sicurezza.
Come vede quindi condividiamo gran parte del suo discorso e non le chiediamo personale sanitario addetto unicamente all’Elba per una casistica irrisoria, come ampiamente ci dimostrano i numeri relativi alle necessità otoiatriche, oculistiche, urologiche, sia per attività ambulatoriali, sia per tutto quello che può essere chirurgicamente programmato. E non le chiediamo Unità Operative complesse come cardiochirurgia, neurochirurgia o chirurgia toracica, o una ortopedia full time.
Ma ci sono alcuni “però” che durante l’incontro con la comunità elbana non sono stati affrontati, dei “però” che avrebbero dovuto essere sollevati non perché siamo in campagna elettorale, ma solo perché riguardano la salute e la vita dei cittadini elbani.
Forse lei non sa che attualmente all’Elba l’uso dell’elisoccorso non è esclusivo per le patologie che richiedono elevate specializzazioni, ma se ne richiede l’utilizzo anche per interventi che con un diversa organizzazione potrebbero essere eseguiti in loco, anzi interventi che dovrebbero eseguiti in loco per due semplici ragioni:
la prima è che si tratta di interventi che vengono regolarmente eseguiti in altri ospedali come Piombino e Cecina, che non sono certo centri di raccolta ad elevata specializzazione, costringendo quindi pazienti e familiari al disagio di trasferimenti che richiedono un impegno economico ed organizzativo gravosi; la seconda, e ben più importante, è che, in riferimento a quella più volte citata sicurezza per la vita dei cittadini, e per la quale lei non guarderebbe a spese, si sono realizzati, e si realizzeranno sempre, ritardi nel trasferimento con aggravamento dello stato di salute e messa in pericolo della vita dei pazienti. Un intervento chirurgico urgente affrontato con un ritardo di 5 ore, come è successo e come potrebbe riaccadere, può fare la differenza tra la vita e non. Ben vengano dunque più piazzole per l’elisoccorso, ben venga l’elisoccorso H24 sul territorio elbano, si riattivi la reperibilità all’aeroporto della Pila che una maldestra gestione precedente aveva eliminato, ma faccia si che questa non sia l’unica valida innovazione sanitaria per il nostro territorio.
Il primo impegno pertanto che le chiediamo è quello di rivisitare e riorganizzare il servizio dell’emergenza urgenza sia territoriale sia ospedaliera che non sia affidato solo all’elisoccorso, ma in grado di affrontare i problemi chirurgici che attualmente gli elbani non cercano nei centri specialistici, bensì in ospedali periferici come Piombino. Se questa riqualificazione debba poi passare attraverso l’utilizzo delle risorse aziendali ha poca importanza, l’importante è che vive sull’isola, per un problema di sicurezza e di praticità, possa essere trattato nel proprio ospedale per quelle patologie trattabili in loco, e da personale ad elevate capacità professionali.
Lei in più occasioni ha esposto dati statistici sanitari ed economici: metodica non solo non criticabile, ma fondamentale per una buona organizzazione. Allora saprà certamente che dall’Elba ogni anno escono 5 milioni di euro per interventi con DRG minore di 1. Si è mai domandato perché? La risposta non è una sola, ma sicuramente dobbiamo pensare che se una qualche fuga è fisiologica, 5 milioni di euro di fughe dal territorio, che divengono circa 8 se si considerano spese di traghettazione, ristoro ed ore di lavoro perdute dai familiari dei pazienti, esprimono una sofferenza locale che un amministratore attento dovrebbe considerare non solo per il disagio dei cittadini che amministra, ma anche e soprattutto per una spesa aziendale sostenuta senza, probabilmente, adeguata corresponsione di qualità prestazionale.
E questo è il secondo aspetto sul quale le chiediamo un impegno preciso, contrastare gli interessi lobbistici ed economici che spingono pazienti verso altri ospedali, e ridare al nostro ospedale quella potenzialità operativa che oggi gli elbani devono cercano altrove.
Il terzo punto sul quale chiediamo il suo formale impegno è una maggiore attenzione per quelle fondamentali prestazioni che possono alleviare il disagio sanitario degli elbani, come le mancate viste specialistiche o esami diagnostici, per l’interruzione delle liste di prenotazione, come è accaduto in un recente passato, e come è tutt’oggi per la diagnostica gastroenterologica;
Infine sig. Governatore le dobbiamo segnalare il fatto che in questi mesi abbiamo inviato ripetute richieste ufficiali all’assessore della sanità Marroni per un incontro nel quale sollevare i problemi che le abbiamo ora evidenziato, per discuterne, per sollecitare iniziative, magari per avere solo promesse; di contro il silenzio più assoluto, silenzio che dà luogo all’idea di una scarsa considerazione e genera difficoltà collaborative.
Noi, sempre tenendo presenti le casistiche, le necessità di spesa e le normative nazionali, continueremo a farLe presenti le nostre debolezze sanitarie, le nostre piccole e grandi difficoltà e le nostre necessità legate alla nostra insularità, un privilegio, come Lei lo ha definito, ma anche un disagio che non può essere pagato con la salute.
Il Sindaco, la Giunta ed i consiglieri di maggioranza del Comune di Portoferraio
colgono l’occasione per inviarLe i più cordiali saluti.
Il Sindaco Dr. Mario Ferrari