Nelle sue Osservazioni sulla variante al Piano Strutturale del comune di Portoferraio Legambiente Arcipelago Toscano non entra nemmeno nel merito al documento adottato dal precedente Consiglio Comunale il 4 aprile 2014 perché fa presente che «Al momento della stesura delle presenti osservazioni – 28 aprile 2015 - nell’apposita sezione del sito web istituzionale del Comune di Portoferraio non sono mai stati pubblicati: lo schema del provvedimento di approvazione, le delibere di adozione i relativi allegati tecnici della variante al Piano Strutturale adottata con deliberazione consiliare n°2 del 04/04/2014, prima che siano portati all'approvazione; gli atti di governo del territorio, quali, tra gli altri, piani territoriali, piani di coordinamento, piani paesistici, strumenti urbanistici, generali e di attuazione, nonché le loro varianti».
L’associazione ambientalista sottolinea che «Ai sensi degli articoli 1 e 39 del Decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”, l’obbligo di pubblicazione sul sito web istituzionale degli atti di governo del territorio è condizione necessaria per l’acquisizione della loro efficacia. La trasparenza, concorre ad attuare il principio democratico e i principi costituzionali di eguaglianza, di imparzialità, buon andamento, responsabilità, efficacia ed efficienza nell'utilizzo di risorse pubbliche, integrità e lealtà nel servizio alla nazione. Essa è condizione di garanzia delle libertà individuali e collettive, nonché dei diritti civili, politici e sociali, integra il diritto ad una buona amministrazione».
Il Cigno Verde isolano però fa anche presente che «Il Piano Strutturale adottato a ridosso delle recenti elezioni comunali avrebbe dovuto essere parte del cosiddetto Piano Strutturale Unico dell’Isola d’Elba – al quale in realtà hanno aderito la metà del Comuni – che, proprio per superare le polemiche nate con la presentazione dei precedenti 8 Piani Strutturali, che prevedevano una cementificazione massiccia e diffusa praticamente in tutta l’Isola, secondo quanto assicurato dall’allora Assessore regionale all’urbanistica e dagli allora Sindaci elbani, avrebbe dovuto essere redatto attraverso un percorso partecipativo del quale non esiste traccia e che si è risolto in un assoluto non coinvolgimento delle associazioni – tra le quali Legambiente – che avevano criticato l’opacità delle adozioni dei precedenti strumenti urbanistici. Inoltre il Piano Strutturale adottato da una Giunta comunale già “scaduta” è evidentemente non conforme sotto vari ed importanti aspetti a quanto previsto dalla nuova Legge Urbanistica regionale approvata nell’ottobre 2014 dal Consiglio Regionale della Toscana ed al Piano di indirizzo territoriale (PIT) con valenza di piano paesaggistico approvatodal Consiglio Regionale della Toscana nel marzo 2015,ma le cui procedure erano già in itinere ed in fase avanzatissima al momento dell’adozione del Piano Strutturale del Comune di Portoferraio. Sembra quasi che la frettolosa adozione pre-elettorale - che è stata accompagnata da una strana successiva scomparsa di quasi tutta la documentazione urbanistica dal sito del Comune di Portoferraio - sua stata voluta per non incappare in quelli che si considerano i “vincoli” della nuova legge urbanistica e del Piano Paesaggistico che invece questa Associazione considera notevoli e virtuosi passi in avanti per il buon governo del territorio toscano».
Per questo Legambiente chiede di «Ripetere la pubblicazione e deposito della variante al Piano Strutturale del comune di Portoferraio adottato con deliberazione consiliare n°2 del 04/04/2014, annullando per autotutela l’avviso di pubblicato sul B.U.R.T del 04.03.2015».