Risale al 1907, centocinque anni fa, con l’istituzione del Comune di Capoliveri, l’ultimo atto che sancisce l’attuale suddivisione amministrativa dell’Elba in otto comuni. Erano passati novantatre anni dai dieci mesi napoleonici dell’ Elba, ma a parte gli aspetti macropolitici, il tessuto sociale, economico e infrastrutturale dell’Elba all’inizio del XX quando venne definita la divisione dell’Elba negli attuali otto comuni, non era molto diverso da quello napoleonico.
Le miniere di ferro, le cave di granito, le vigne, le saline e le tonnare erano il sostentamento dell’Isola. Gli altiforni di Portoferraio, distrutti durante la Seconda guerra mondiale, erano stati appena attivati. Le donne non avevano diritto di voto e fra gli uomini solo una minoranza aveva il diritto di esercitarlo. I collegamenti nell’Isola erano spesso ore di cammino per le mulattiere, magari con le scarpe sulle spalle per non consumarle, prima di arrivare al paese, e i collegamenti con il continente erano eventi da festeggiare. Nel 1907 solo le mongolfiere si alzavano nei cieli e il telegrafo rappresentava il mezzo più veloce di comunicazione in un “ Mondo espanso” dove le notizie si diffondevano, quando si diffondevano, in tempi della durata dei mesi e degli anni. Oggi quel Mondo e quell’Elba non esistono più. Pensare che gli ordinamenti amministrativi al tempo emanati, siano in grado di soddisfare le esigenze di un Mondo che è diventato un piccolo villaggio dove in tempo reale si sa tutto di tutti, e di un’Elba che nel suo grande patrimonio di natura, storia e tradizioni ha sviluppato la sua economia turistica, è per lo meno anacronistico.
L’Elba deve sviluppare politiche e gestioni amministrative unitarie per riunire e fare massa critica delle enormi potenzialità di energie e di risorse che sono racchiuse nel suo territorio, realizzando un meccanismo di semplificazione burocratica, potenziamento dei servizi, salvaguardia e valorizzazione sostenibile del territorio, in grado di superare le pesanti sfide sociali , economiche ed ambientali che stiamo vivendo. Occorre un “Rinascimento culturale” che dia lavoro, motivazioni e speranza ai giovani, affinchè non siano costretti a migrare .Il Comune Unico, per l’ istituzione del quale gli elettori elbani, e solo loro, saranno chiamati ad esprimersi fra pochi mesi, rappresenta a mio parere una straordinaria opportunità di modernizzazione e di rinascita culturale, imperniate su di un sano e concreto concetto di cittadinanza elbana: una identità precisa senza la quale l’isola si sgretola. Una cittadinanza ed una identità sancite dalla natura e dalla storia e che oggi necessitano anche di un precisa unificazione amministrativa , di un solo Sindaco e di un solo Consiglio Comunale che siano la voce, in una sana dialettica democratica, di tutta l’Elba.
Beppe Tanelli