Ha ragione il Sindaco di Campo nell’Elba, Lorenzo Lambardi, che sulla sua pagina Facebook scrive: «PIANOSA E IMMIGRATI: leggo l'articolo di Maurizio Crippa e ascolto le parole del direttore del Foglio a Otto e Mezzo di Lilli Gruber. Per costoro la soluzione alla questione immigrati sarebbe una "gestione militare del fronte sud fatta in proprio, utilizzando Pianosa". Tralasciando l'aspetto molto pittoresco del confinare dei disperati sull'isola ex carceraria, forse a questi Signori andrebbe chiesto in quali strutture, con quali soldi e con quale logistica gestirebbero il tutto…»
Se la situazione dei migranti non fosse così terribile e drammaticamente mal governata e non si parlasse del destino e della vita di migliaia di esseri umani che fuggono dalle nostre guerre e da dittature che troppo spesso sono amiche dei nostri democratici governi, ci sarebbe solo da sbellicarsi dalle risate per la proposta di Crippa e Cerasa di trasformare in un grande centro di accoglienza del Mediterraneo per il riconoscimento dei migranti e il loro smistamento l’isola di Pianosa, uno scoglio piatto di 10 Km2, senza fogne, che può attingere solo alla scarsa acqua sotterranea e con un patrimonio edilizio carcerario fatiscente che lo Stato ha abbandonato già prima della chiusura del Carcere nel 1997. Crippa e Cerasa forse pensano che Pianosa sia Lampedusa, ma li avvisiamo che se consultassero una qualunque carta geografica si accorgerebbero che Pianosa è a centinaia di miglia dalle coste africane, che fa parte a mare e a terra del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e che è una Zona di conservazione speciale dell’Unione europea. Quindi la strampalata idea di confinare i migranti a Pianosa non solo sarebbe costosissima ed impraticabile, ma violerebbe anche qualche legge dello Stato e un paio di Direttive europee.
Mentre si blatera sui giornali e in televisione di confinamento e schedatura di migranti nella nuova Ellis Island dell’Arcipelago Toscano immaginata dal Foglio, lo Stato italiano non riesce nemmeno a difendere il mare di Pianosa dall’assalto dei bracconieri, non riesce neanche ad autorizzare il Parco Nazionale a mettere le telecamere di sorveglianza. E Crippa e Cerasa credono che a Pianosa sia tutto pronto chiavi in mano per confinarci qualche migliaio di poveracci per toglierli dalla vista degli italiani infastiditi dalla loro disperazione. Da non crederci…
Quindi, anche se ormai è accertato che la vera maledizione di Pianosa è quella di attirare le bischerate come il miele gli orsi, così come è accertato che appena si parla di migranti nella testa di qualcuno si accende la lampadina “detenzione” e, per riflesso plavoviano, pensano subito a Pianosa, Crippa, Cerasa e quelli come loro la smettano, credendo di avere idee geniali, di prospettare soluzioni impossibili e finanziariamente, tecnicamente e logisticamente impraticabili. Prima di sparare in televisione e sui giornali ipotesi irresponsabili e che rasentano il ridicolo, ripassino la geografia, la storia, le leggi italiane e le direttive europee e, soprattutto, la smettano di fare demagogia da quattro soldi sulla pelle dei migranti e del futuro sostenibile che le istituzioni, a cominciare dal Parco, dal Comune di Campo nell’Elba, dall’amministrazione carceraria e dalla Regione Toscana, stanno faticosamente tentando di costruire per Pianosa.