L'imposta di sbarco, comunemente conosciuta come “Tassa di sbarco”, è versata all’atto di acquisto del biglietto per una nave di linea diretta a un’isola minore. All’Isola d’Elba, ogni turista, anche se ospitato in case private, versa 1,50 euro. Si ottiene così un importo considerevole se si valuta come nel periodo maggio-ottobre dello scorso anno, siano sbarcati sull’Isola 1.147.152 villeggianti. Mantenendo anche quest’anno lo stesso numero dei “passaggi ponte”, tutto però lascia presupporre che sia superato, le compagnie di navigazione dovranno versare al comune di Capoliveri, capofila della Gestione associata per il turismo, la somma di oltre un milione e settecentomila euro (1.720.728).
Ci piacerebbe conoscere come tali soldi sono spesi dalla Gestione associata per il turismo, con quali criteri sono suddivisi fra i vari comuni, e per quali settori questi li impiegano. La legge istitutiva dell'imposta di sbarco (o d’accesso) prevede che il gettito del tributo sia destinato a finanziare interventi in materia di turismo e di fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali, nonché dei relativi servizi pubblici locali.
Circolo Pd Rio Marina e Cavo