Una vita passata in sacrestia, democristiano per l’Unità dei cattolici in politica, ex amministratore pubblico per quegli stessi ideali, mi sento profondamente turbato di fronte ad una novità che nella mia mente si configura come un vero e proprio tradimento della plurisecolare tradizione della festa di Santa Chiara d’Assisi, Patrona di Marciana Marina, da sempre celebrata il 12 agosto e che quest’anno, per la prima volta, si vuole anticipare di un giorno. Cioè: festeggiamenti di Santa Chiara l’11; il 12 libero, a parte i fuochi, per lasciare spazio alla festa del Bacardi (sicuramente un ottimo liquore).
San Bacardi prende dunque il posto della nostra Santa Chiara o, se preferite, la affianca in veste di co-patrono. Perciò il prossimo 12 agosto, invece di cantare, come sempre,
“Nella tua bella Marina
nella tua festa gioconda
di tue grazie piova un’onda….”
(parole di Mons. Pavolini, parroco dell’800)
intoneremo così:
“di Bacardi piova un’onda….”
Le indulgenze plenarie si riceveranno secondo il tasso alcolico e dopo aver fatto sosta almeno in 3 bar o enoteche o logge, segrete e non. Si creerà così la perfetta unione tra rito cattolico, esoterico ed etilico.
E non ci si venga a raccontare la favoletta del calendario liturgico (Santa Chiara, in effetti, cade l’11): il “motu proprio” di Sua Santità Paolo VI, che sapeva interpretare l’animo umano e capiva la forza delle tradizioni, consentì alle popolazioni che avevano sempre festeggiato Santa Chiara il 12 agosto di continuare a seguire la loro tradizione.
E così, per anni, il 12 agosto, i compaesani residenti in Italia e all’estero, gli ospiti abituali del paese, tutti quelli che in qualche modo sono legati a Marciana Marina, hanno sentito, irresistibile, il richiamo del paesello; non l’11, che per noi marinesi è Santa Chiara solo sul calendario. Nemmeno nell’unico periodo di Amministrazione “rossa” si era pensato di intaccare una tradizione così antica (ricordo un oggetto sacro della sacrestia che porta inciso questo anno:1776) e apportare modifiche ad una festa a cui la popolazione locale è legata da ricordi e manifestazioni di devozione che riportano sempre e soltanto ad un’unica data:il 12 di agosto.
Nel 1961, io e un gruppo di amici( Luciana, Grazia Paolini, le gemelle, Santina, Vanna, Gian Piero Vai, Gian Piero Berti, Mariolino Corsi e altri giovanissimi volontari non solo di Marciana Marina), rinunciammo ai bagni e al tempo libero, per organizzare una festa di Santa Chiara degna del nostro bel paese e ancora più importante dei tempi di Don Nicola Onetto. E con l’aiuto del dottor Bonanno (Piccio), allora sindaco, e di Don Zeni, la festa fu potenziata con giochi, fiaccolata, spettacolo pirotecnico; e alla processione a piedi si aggiunse anche quella in mare.
Quattro o cinque pescherecci illuminati a festa portavano la Santa con il suo seguito di fedeli a benedire il tratto di mare antistante il paese che, imbandierato e illuminato, festeggiava la Patrona. Chi non ricorda l’orchestra sinfonica dell’opera di Monaco di Baviera schierata sul “moletto” a suonare musiche sacre al passaggio della processione?
Chi non ricorda le vibranti omelie del vescovo Mons. Lorenzo Vivaldo che dal molo del pesce, davanti a migliaia di persone accorse da tutta l’isola, chiudeva la manifestazione religiosa ?
Chi non ricorda i commenti liturgici letti dai nostri giovani, coordinati da Mons. Volonté, durante il passaggio della processione? tutto il paese, tramite altoparlanti, era interconnesso con la manifestazione religiosa.
Chi non ricorda le migliaia di fiaccole sul muraglione del porto, sul Viale Margherita, al Cotone, alla Madonnina di Punta Nera, che con la loro luce tremula rendevano così suggestivo il nostro lungomare? Da qualche anno non ci sono più, per una decisione quanto meno discutibile(era proprio impossibile conciliare fiaccolata ed esigenze ecologiche?): le cose belle sono destinate a sparire, come purtroppo le nostre care tradizioni.
Chi non ricorda le messe solenni celebrate alle 18.00 dai vescovi in Piazza della Chiesa davanti a 700-800 persone?
In paese il malumore serpeggia; pochi hanno il coraggio di parlare apertamente, per paura di ritorsioni (proprio così!), ma lo sconcerto prevale: se non sono i nostri pastori a difendere la nostra fede e la nostra tradizione, chi deve ergersi a difensore? La Chiesa era definita “Mater et magistra gentium”: dopo scelte di questo genere, cosa diventa? In questa nostra società sempre più arida, senza valori e senza principi, anche il cardine principe della chiesa sembra vacillare di fronte ai marosi.
Per cambiamenti così radicali e stravolgenti una consultazione tra i fedeli sarebbe stata forse più giusta, ma ormai non c’è più tempo e poi la democrazia è ormai pratica obsoleta.
In altri tempi si sarebbe parlato di congiura pluto….giudaica massonica
Forse il giudizio potrebbe tornare vero se togliamo il “pluto…”e il “giudaica”.
E dunque, quest’anno, il 12 agosto, si festeggerà “San Bacardi”: sarebbe stato meglio Sant’Aleatico o San Moscato o San Procanico: almeno erano nostri, essendo liquori autoctoni.
Ci penso e ripenso: che avesse ragione Mons. Lefebvre?
Chi me lo doveva dire che dovevamo pregare il Dio Bacardi? Negli anni ’70 una nuova statua della Santa fu donata dalle “Clare” del paese e ai piedi di questa fu scolpita la nostra Torre, simbolo del paese, perché si sancisse l’unione inscindibile tra la patrona e la comunità da essa protetta: ora ci faremo scolpire anche un bicchiere o una bottiglia di rum.
In questi momenti, mi viene da pensare alle donne della mia famiglia: se nonna Ines, mamma Clara, zia Marina, zia Lina fossero ancora vive sarebbero sconvolte e sicuramente non mi insegnerebbero più la dottrina. E forse reciterebbero con ancora più ossessione di come facevano, il santo rosario per la nostra salvezza e redenzione.
A noi, poveri peccatori a cui vengono meno i principi trasmessi dai nostri “Padri”, non rimane che la preghiera e l’auspicio di un sacrosanto ravvedimento che faccia finalmente vedere la luce all’uscita dal tunnel.
Tutti dicono che il silenzio è d’oro: non è evidentemente il mio caso. Ma, mentre mi cospargo il capo di cenere se qualcuno si sente colpito, affermo che, conformemente al volere di Paolo VI, Santa Chiara rimane per me (e per tutti quelli che in questi giorni ho sentito mormorare) il 12 agosto ed alle ultime Chiare rimaste (poche, anche questo un segno preoccupante dei tempi) in quel giorno manderò un mazzo di fiori come augurio di buon onomastico. Purtroppo, da quest’anno, non più alla mia mamma.
Amaramente devo ammettere che mi sento quasi in lutto, però mi rimane la speranza che, nonostante gli attuali “gestori”, vi sia un finale di luce e speranza cristiana: nonostante tutto, “NON PRAEVALEBUNT”
Pasquale Berti