È giusto che i cittadini sappiano quanti sono e come sono utilizzati i soldi incassati con la cosiddetta Tassa di sbarco, e quanti di questi sono spesi per il recupero dei beni culturali e ambientali locali, e quali iniziative sono state intraprese a favore dei servizi pubblici locali relativi al turismo. Ieri il sindaco di Capoliveri ha annunciato su Fecebook che “sospende ogni atto relativo alla Gestione associata e propone di dividere gli introiti tra tutti i Comuni dell'Elba nelle giuste proporzioni, così come da regolamento”. Avvertiamo come tali ripartizioni abbiano luogo con il metodo dell’imposta di soggiorno, tant’è che il gettito del tributo è assegnato a ogni singolo comune quantificando il 70% sul numero dei turisti ospitati nelle strutture ricettive “ufficiali” (il 60% fra quelli alloggiati negli alberghi e il 40% in strutture extra alberghiere) e soltanto il restante 30% in base alla popolazione residente. Insomma, si è al limite della normativa poiché, mentre l’imposta di soggiorno è a carico unicamente di coloro che albergano nelle strutture ricettive, l'imposta di sbarco, invece, è versata da tutti i turisti che acquistano un biglietto della nave di linea per un’isola minore. Insomma, ogni persona non residente, anche se ospitata presso familiari o in case private, versa alla Gestione associata per il turismo 1,50 euro. Tale suddivisione, per di più, penalizza i comuni di Portoferraio e Rio Marina i cui territori sono maggiormente castigati dai traffici marittimi dove l’andirivieni delle automobili comporta forti spese per il mantenimento, il controllo e la vigilanza della viabilità, nonché dell’arredo e del decoro urbano. I sindaci dell’Isola d’Elba prendano atto dell’ennesima rinuncia comunicata dal sindaco di Capoliveri, vadano oltre le rabbie intolleranti di Barbetti e, di pari passo, riorganizzino la Gestione associata per il turismo, adeguino le tabelle di suddivisione dei proventi dell’imposta di sbarco che è alternativa all’imposta di soggiorno ed è istituita in attuazione delle disposizioni di cui all’art. 4, comma 3bis, del D.Lgs. n°23/2011 e s.m.i.
Il Circolo Pd Rio Marina e Cavo