Nel mini-dibattito sui dati reali della crisi del turismo, innescato dall'articolo di Pino Coluccia "Inattesi segnali confortanti dal turismo "(vedi) dopo i piccati commenti di Yuri Tiberto e Ugo Lucchini di SEL (ed una replica dello stesso autore), registriamo un'altra presa di posizione, peraltro proveniente dalla stessa area politica di Coluccia (il PD), da parte di Lorenzo Marchetti, che è però in netto contrasto col suo sodale di partito:
"Sostenere che l’industria turistica elbana non è in sofferenza - scrive Marchetti sul Vicinato - è come dire che il vento di maestrale esce da sud-est quando tutti noi sappiamo che da lì viene il fastidioso scirocco, e non mi pare una cosuccia da poco! Tutti i dati ufficiali hanno il segno meno, ma poi basta guardarsi in giro e raffrontare le persone che negli anni passati trovavamo in spiaggia, oppure riscontrare i commensali che occupano i tavoli di un ristorante o di un bar.
Insomma, affermare che tutto va bene madama la marchesa, è un ragionamento tipicamente berlusconiano che non mi piace, anche perché non dà modo di attrezzarsi e cercare le risposte più appropriate.
L’interrogativo da porsi, invece, è come può il nostro territorio rispondere alla crisi della sua principale attività economica. Necessita, per prima cosa, prendere atto come l’Isola sia completamente disarmata e priva di ogni organismo comprensoriale, con le stesse gestioni associate nella più completa paralisi, inclusa quella della promozione turistica.
Occorre, di conseguenza, uscire dall’ombra dei proprio campanile o dall’orticello-categoria economica, abbandonare la politica del sospetto o del complottismo, fare sistema cercando le giuste decisioni, nonché le opportune alleanze con altri territori, lavorando così per il nostro bene comune: l’Isola d’Elba".
Elbareport