Mi permetto di rispondere brevemente al Sindaco Simoni in merito alle sue osservazioni circa alcune sue perplessità sull’istituzione del Comune unico all’Elba. Per quanto riguarda il timore che il Commissario che gestirà la transizione verso il Comune possa essere a tempo indeterminato, si può senza dubbio obiettare che durerà sicuramente in carica per il tempo necessario a coordinare le varie funzioni degli otto comuni, ma sarà anche necessaria la piena collaborazione delle Amministrazioni uscenti in attesa che si svolga l'elezione del nuovo Consiglio Comunale unico. La durata della fase commissariale dipenderà dunque dal grado di collaborazione che ciascuna amministrazione sarà capace di fornire, dipenderà dalle decisioni dall'Ente che poi dovrà indire le elezioni, nonché e soprattutto dalla forza che avrà la volontà degli elbani di essere governati unitariamente e al più presto da un Organo eletto indistintamente da tutti i cittadini della nostra Isola. La gestione del processo di unificazione spetterà poi materialmente alla nuova Amministrazione unica. L’altra obiezione di Simoni riguardo la possibilità di istituire sugli ex otto Comuni o anche su frazioni di essi i Municipi, verte sulla probabile conseguenza di veder moltiplicare le spese della gestione amministrativa complessiva. Ciò è facilmente contestabile. Il numero dei dipendenti degli attuali uffici rimarrà lo stesso quanto meno per i primi anni, semmai potranno essere distribuiti in maniera più utile ed efficiente, gli organi amministrativi dei Municipi, eletti democraticamente, saranno sicuramente a base volontaria e a prestazione gratuita salvo eventualmente per la carica di Prosindaco che, a mio parere, dovrà essere un membro della Giunta o della Maggioranza consiliare del Comune unico e quindi già remunerato, che avrà il compito di coordinare l'azione del Comune unico con quella dei Municipi sia per le materie di loro competenza stabilite dal nuovo Statuto sia per pareri obbligatori su questioni di carattere comprensoriale. Dunque i Municipi avranno la loro ragione di essere, non soltanto per mantenere integre le tradizioni e le loro eredità storiche, importante fondamento di ogni comunità, ma dovranno avere anche piena facoltà decisionale su alcuni settori della vita pubblica locale e importante ruolo nella formazione della volontà amministrativa unitaria. La presunta fumosità nelle argomentazioni di G.Orsini o di altri favorevoli al nuovo assetto istituzionale, non dipende certo da una incertezza concettuale, bensì dalla consapevolezza che non sono loro, né tanto meno il Comitato per il Si a decidere sulle reali sorti e sulla funzionalità del nuovo Ente comprensoriale, bensì lo saranno i cittadini, prima con il referendum e poi con la scelta dei programmi politici per essi più adeguati attraverso le elezioni democratiche dei suoi organi amministrativi. Alla luce di quanto detto, mi pare che alcune paure del Sindaco Simoni possano essere completamente fugate.
Michele Rampini