Non si crederebbe ai propri occhi, se non ci trovassimo all’Elba terra di bastian contrari probabilmente per la natura/condizione isolana dei suoi abitanti. Così si scoprono i due volti dell’Esa servizi ambientali che, dopo il lungo imbarazzante silenzio estivo, si è risolta a scendere in campo a fine stagione con progetti e strategie sullo smaltimento dei rifiuti. Un colpo di teatro a sorpresa, proprio mentre gli ultimi scaglioni di turisti stanno per lasciare l’isola destinandola al letargo invernale.
Con la testa ben sotto la sabbia delle spiagge affollate, lo struzzo Esa non è intervenuto nemmeno con un pronto soccorso comunicativo quando il nodo cronico della raccolta era diventato il tormentone dell’estate con un’impennata critica nel colmo del boom vacanziero. Disagi, caos e persino panico hanno tormentato gli sprovveduti e disinformati turisti, che, in balia della capricciosa e contraddittoria politica dei Comuni, sono stati costretti a reagire nel peggiore dei modi per liberarsi della spazzatura. Disservizi a catena da Portoferraio, cruciale snodo economico/ambientale dell’isola, a Marciana, il Comune con il più vasto territorio amministrato e che è partito lancia resta nell’avventura del “porta a porta” senza tener conto delle proprie caratteristiche urbanistiche, ambientali e sociali.
L’Esa non ha battuto ciglio come se fosse un organismo a responsabilità limitata, lasciando nelle peste municipalistiche i Comuni e trincerandosi dietro l’Ato Toscana costa, al quale, perlomeno sulla carta, è stato affidato l’incarico di pianificare metodi e criteri di raccolta. L’Ato, peraltro composto dagli stessi Municipi elbani, invoca un regolamento uniforme di raccolta differenziata per tutta l’isola e ha documentato come sia complicato “un porta a porta” spinto per tutta l’Elba. Come se il piano 2016/2020 fosse frutto di una chiacchierata fra amici, si va avanti ognuno coltivando il proprio orticello, ignorando o fingendo di ignorare che l’economia elbana non produce risorse per una propria vita autonoma e che il turismo non è una variabile occasionale. Ben venga la campagna di comunicazione promozionale Esa con cartelli multilingue, pieghevoli, gazebo, q-code per telefonini ecc. Tanta tardiva abbondanza di informazioni potrebbe avere un senso e un ritorno di immagine e di funzionalità, se potesse raggiungere nelle loro case non solo i 30mila elbani ma i 300mila turisti che da ogni parte del mondo approdano da queste parti, confidando in una migliore ospitalità e in servizi accoglienti.
Romano Bartoloni