L’avvicinarsi del voto sulla riforma del senato e sul nuovo titolo V ha indotto –anzi costretto- le istituzioni e la politica ad occuparsi meno distrattamente anche dell’ambiente.
Sebbene pochi sembrano ricordarlo il famigerato titolo V su cui tutti oggi convengono che ha fallito doveva in particolare -anche se non esclusivamente- assicurare finalmente una gestione ‘cooperativa’ –insomma in leale collaborazione- tra stato, regioni e autonomie del governo del territorio e dell’ambiente. Problema che resta irrisolto e decisamente peggiorato. E non si tratta solo di eliminare la conflittualità stato regioni derivante dalle competenze concorrenti. Si tratta, ad esempio, di deciderci se la gestione del suolo può continuare ad ignorare le autorità di bacino -oggi distretti- ma che nessuno sa che fine hanno fatto sia quelli che di un piano si erano dotati sia gli altri.
Idem per quanto riguarda i parchi e le altre aree protette che stanno perdendo i pezzi ma per i quali invece di passare finalmente ad una politica seria del ministero si pensa ad altro e si bada bene da discuterne con i parchi, le regioni e gli enti locali. Intanto si continua a dire che è colpa della legge ormai invecchiata e da aggiornare se le cose non vanno bene, ma nessuno sembra ricordare che da alcuni anni quella legge è stata già modificata in peggio togliendo, ad esempio, il paesaggio dai piani dei parchi come se fosse possibile pianificare un’area protetta ignorando il paesaggio a cui dovrebbero provvedere altri.
Anche Massimo Caleo capogruppo Pd della commissione ambiente del senato ripete su l’Unità –ignorando nodi come questo- che va semplificato il percorso dei piani che gran parte dei parchi nazionali –come ha denunciato più volta la Corte dei Conti non hanno. E come dimenticare che tra gli ‘aggiornamenti’ previsti dai testi del senato c’era anche la sottrazione alle regioni di qualsiasi competenza sulle aree protette marine che sono al collasso. E questo mentre una 7 regioni ordinarie e speciali stanno chiedendo al governo di bloccare le trivelle anche in acque protette. E’ un omaggio al nuovo senato delle autonomie? E se non bastasse quella legge che Caleo considera urgente prevede interventi nelle aree protette per far cassa assolutamente incompatibili con ambienti da tutelare oggi più che mai visto come vanno le cose non solo in Italia. Sono cose di cui si è discusso e contro cui si sono avute importanti prese di posizione di associazioni ambientaliste e di autorevoli appelli al Presidente della Repubblica come per il Parco Nazionale dello Stelvio.
Qui da aggiornare non c’è la legge ma la politica a partire proprio da quella in discussione al senato ma riguardante il titolo V e non la 394 che aspetta solo di essere rispettata e attuata dal governo come si deve.
Renzo Moschini