In questi giorni ho avuto modo di meravigliarmi perché, a seguito di una lettera di un genitore della Casa del Duca, è partita una serie di lodi e di rappresentazioni iconografiche adoranti, anche da parte di persone avvertite (come direbbe l'amico Sergio), verso un consigliere comunale di maggioranza il quale si sarebbe attivato per risolvere i problemi, in verità antichi, dello spazio esterno alla scuola.
In qualità di genitore ricordo molto bene ciò che è successo lo scorso anno, di quando alcune maestre ci hanno rappresentato il problema e in particolare che noi genitori, pur volenterosi, non potevamo mettere le mani poiché non potevamo certificare il lavoro svolto.
Infatti, come si sa, l amministrazione comunale ha la responsabilità sui minori che gli vengono affidati.
L idea di coinvolgere i sigg Fornino e Tamagni fu condivisa, sia perché direttamente interessati (come genitori) sia perché rappresentanti della maggioranza amministrativa.
Ebbene, premesso che è dovere dell'amministrazione comunale avere cura dei beni e del benessere dei propri cittadini, resta da capire cosa esattamente è stato fatto.
Non so se esattamente il sig Fornino, il supereroe del decoro urbano con la voglia di apparire, o i dipendenti del Comune o di una cooperativa appaltata, hanno SEMPLICEMENTE tagliato l erba di un campo incolto adiacente il cortile della scuola.
Sul campo sono ancora ben visibili i resti delle bruciature delle stoppie, bottiglie di plastica, schegge di vetro, spine. Per questo lavoro dobbiamo applaudire?
Il campo non è assolutamente utilizzabile. È accessibile attraverso uno scivolo di cemento, inadatto e non protetto, che lo collega al cortile della scuola. Per un lungo tratto è completamente privo di protezione, un muretto di cantoni senza rete si affaccia direttamente sullo sterrato sottostante con un balzo di almeno un metro.
È del tutto evidente che i nostri figli NON POSSONO GIOCARCI e devono ancora aspettare molto prima di godere di questo sterrato.
Speriamo che l' impegno continui e che ciascuno continui a fare il proprio dovere.
Gianrico Massa