Nel seminario del Gruppo di San Rossore a Pisa con Paolo Maddalena abbiamo fatto le lastre al nuovo titolo V. Ce n’era bisogno, specie dopo i troppi silenzi e non soltanto delle regioni.
Il punto chiave irrisolto, infatti, che avrà comunque effetti pesanti sul funzionamento delle nostre istituzioni e soprattutto nel governo del territorio, è a suo modo piuttosto semplice.
È innegabilmente corretto e giusto che lo stato riacquisti un una chiara competenza nazionale nell’interesse della unitarietà della Repubblica. Su questo il testo attuale è preciso, ma non lo è assolutamente su cosa compete alle regioni, perché la supremazia dello stato non affossi, mortifichi e penalizzi il ruolo delle regioni e delle autonomie, per evitare il ripetersi di una conflittualità che di danni ne ha già fatti fin troppi.
D’altronde non dimentichiamo che lo stesso presidente del consiglio in più occasioni ha detto che le regioni non avevano superato gli esami e quindi era bene dargli il meno possibile. Sorvoliamo, qui anche per carità di patria, sugli esami dello stato, a partire dall’assetto idrogeologico per arrivare alla natura, il paesaggio e molto altro ancora.
Se le regioni, ed è vero, non hanno brillato neppure sul piano morale c’è una ragione in più per definire chiaramente quello che debbono fare da sole, in rapporto tra di loro e di tutte con lo stato. Di tutte vuol dire anche quelle speciali che il testo continua a tenere fuori.
Abbiano fatto riferimento in particolare all’ambiente perché il vecchio titolo V aveva puntato soprattutto ad una leale collaborazione nella gestione del territorio e dell’ambiente in cui operavano e ancora operano, purtroppo in più d’un caso in condizioni decisamente peggiorate, leggi importanti, dall’assetto idrogeologico alle aree protette, dal mare al paesaggio. Politiche nazionali di programmazione in questi ambiti sono impensabili senza un raccordo non pasticciato e incomprensibile. Vedi trivelle, navigazione, pesca, mobilità.
Ecco: nel seminario e nel documento che stiamo predisponendo abbiamo discusso di questo.
Ci auguriamo che i tanti che continuano a far finta di niente anche in regioni come la Toscana si sveglino.
Renzo Moschini