Sin dalla sua nascita il Comitato 2.6 ha rivendicato come nelle leggi nazionali e regionali, nei piani e nei documenti di programmazione, siano riconosciute le particolarità dovute al vivere su un'isola. La giunta della Regione Toscana lo ha fatto nella proposta di legge di riforma sanitaria identificando: “Elba zona-distretto”. Ci pare un primo risultato importante. Un obiettivo prospettato dalle istituzioni isolane, un passo in avanti compiuto grazie all’impegno della presidente della conferenza zonale dei sindaci, Anna Bulgaresi, e degli amministratori regionali che hanno mantenuto gli impegni presi, in particolare l’assessore Stefania Saccardi e il consigliere Gianni Anselmi. Indubbiamente la strada è ancora lunga anche se l’Isola si presenta con il suo Progetto Elba, ci saranno infatti da trattare i servizi dedicati all'ospedale di Portoferraio, compresi quelli più specialistici che saranno reperiti dentro la nuova Asl Area vasta nord-ovest. Con la zona-distretto svaniscono sia il modello di un solo ospedale articolato nei tre presidi di Piombino, Cecina e Portoferraio, sia le critiche del C.R.E.S.T. (Rete dei comitati e dei movimenti toscani) che lo scorso luglio definì il Progetto Elba “assolutamente impresentabile e, se fosse davvero avanzata alla Regione dagli amministratori elbani, ne minerebbe fortemente la credibilità, esponendoli forse anche al pubblico ludibrio”. In conclusione, almeno sulla sanità, ha vinto l’Elba che tranne qualche voce fuori dal coro, ha saputo mettere le idee in comune e quindi fare squadra nonché, con proposte legittime e concrete, trovare le giuste alleanze sulla terraferma.