Abbiamo letto le dichiarazione della Dott.ssa De Laurentis, Commissario della costituenda Azienda sanitaria Area Vasta Nord Ovest, che lamentava la mancata disponibilità di medici pediatri a coprire i ruoli vacanti presso il reparto pediatrico dell’ospedale di Portoferraio, che è solo uno dei problemi che ancora affliggano il nostro nosocomio. Le difficoltà logistiche di chi si deve stabilire sulla nostra Isola o di chi soltanto vi si deve recare giornalmente per svolgere il proprio lavoro professionale sono note, abitazioni difficili da trovare e a costi esorbitanti per una sistemazione quantomeno dignitosa, trasporti marittimi e terrestri, orari, non sempre adeguati alle esigenze dei pendolari. Queste difficoltà, pur limitative per qualsiasi professionista per svolgere serenamente il proprio lavoro, sono per avventura quelle che possono essere risolte magari con maggiore facilità solo che Amministratori locali, Compagnie di navigazione, Trasporti terrestri su rotai e su gomma abbiano un occhio attento su tali problematiche che riguardano in definitiva il benessere di tutti i cittadini isolani. Su tale impegno stanno lavorando tutti gli interlocutori, sebbene, su taluni aspetti, vi siano ancora ostacoli e resistenze da superare.
L’impegno della Dott.ssa De Laurentis è, però, particolarmente frustante perché si scontra sull’altro fronte rappresentato dal riassetto complessivo della sanità pubblica sia a livello nazionale che regionale che deve ancora trovare i suoi punti di equilibrio. Credo che una delle motivazioni più forte di chi rifiuta di svolgere la propria professione di medico presso il nostro ospedale sia quella di non poter avere una crescita professionale adeguata presso una struttura che non offre strumenti conformi a questa crescita. L’inadeguatezza di tali strumenti possono essere sì anche gli scarsi flussi presenti in un bacino di utenza limitato, ma, credo, soprattutto perché il reparto stesso, come altri, è stato privato, dopo il pensionamento del Primario, di una guida adeguata che possa essere di stimolo professionale ed organizzativo. Questo handicap riguarda altri settori della sanità elbana che sono ancora in grave deficit sia di risorse umane, organizzative che economiche. Il Progetto sulla sanità insulare firmato dai Sindaci e condiviso da tutti gli attori della vita sociale e politica elbana, va proprio in questa direzione, cioè trovare un punto di equilibrio fra la necessità di avere sul nostro territorio tutte le cure necessarie e i livelli di assistenza essenziali perché sia garantita a tutti i cittadini il bene primario della salute e la consapevolezza che per fare ciò non possiamo essere autosufficienti e aumentare le nostre criticità con l’isolamento, ma provvedere a far si che la necessaria espertizzazione professionale, per la sicurezza dei cittadini, sia garantita veramente attraverso l’osmosi del personale da e verso strutture con maggiori eccellenze e flussi clinici.
Sicuramente questo è un percorso non breve, ma auspichiamo che il Governo regionale, la Direzione aziendale di Area Vasta, l’Organizzazione Dipartimentale ne inizi la progettazione e la conseguente realizzazione. Abbiamo respinto, per quello che ci riguarda, l’idea di un presidio unico con Piombino e Cecina non perché vogliamo autosufficienza ed isolamento, ma perché riteniamo che unire tre debolezze, come lo siamo ora, non significa rafforzarsi bensì aumentarne l’entità. Se viceversa vogliamo ottenere una rete veramente efficiente, è necessario che ciascun nosocomio, pur periferico, ma con bacino di utenza significativo per il proprio territorio, abbia strutture e personale professionalmente adeguato, nonché anche delle particolari eccellenze su cui contare tutti.
Abbiamo ottenuto dal Governo regionale il dovuto riconoscimento della autonomia della nostra Zona distretto, attendiamo, però, che questa autonomia non sia solo sulla carta, il che non avrebbe alcun significato, bensì sia riempita di tutti i contenuti che una organizzazione sanitaria territoriale comporta che purtroppo ancora in gran parte mancano. Auspichiamo, altresì, altrettanta attenzione per il nostro ospedale, suffragata, per il momento, dall’ipotesi di istituire all’Elba percorsi universitari per infermieri professionali, iniziativa importantissima per sopperire alla scarsità di personale infermieristico, nonostante tale iniziativa sia stata già criticata dal sindaco di Portoferraio. Purtroppo la volontà dell’Assessore regionale alla Sanità e della Direzione aziendale di migliorare la nostra condizione sanitaria si scontra con ostacoli derivanti da pratiche trascorse difficili da eliminare rapidamente, dall’eccessiva burocratizzazione, dalla scarsità delle risorse a disposizione. Non ultima difficoltà la mancata disposizione nella Legge di Stabilità per l’assunzione di 6000 medici anche per sopperire alla disposizione comunitaria della 11 ore di riposo per turno. Ci dovremo battere affinché questa norma venga rapidamente approvata attraverso un percorso parlamentare. Infine la nostra battaglia dovrà essere indirizzata affinché tutti risparmi ipotizzati nella riorganizzazione della Sanità pubblica sia a livello nazionale che soprattutto regionale, anche con la riduzione delle aziende sanitarie, venga rinvestito a beneficio della salute di tutti i cittadini soprattutto quelli più disagiati sia territorialmente che economicamente.
Michele Rampini