Da tempo anche come Gruppo di San Rossore critichiamo la latitanza politica e istituzionale sui temi ambientali ai quali vengono riservate più chiacchere che proposte serie. Finalmente a fine dicembre i Deputati del Pd hanno pubblicato un Dossier sulla Green Economy con Disposizioni in materia ambientale per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali.
Dopo tante sviolinate su quanto è importante e decisivo il ‘verde’ e sui nostri ‘primati’ qui ritroviamo -ed era ora- la difesa del suolo, le risorse idriche, le misure sul capitale naturale, i bacini idrografici, i parchi e le riserve e altri ‘capitoli’ di una agenda da troppo tempo dimenticata. Dei bacini idrografici malgrado le fin troppe alluvioni e straripamenti non si era saputo più nulla da anni ora viene proposto di utilizzarli anche per possibili sub-distretti e quelli regionali e interregionali debbono essere riorganizzati e i piani di gestione debbono provvedere alla tutela degli ecosistemi fluviali. Era ora che uscissero finalmente dalla clandestinità specie dopo il passaggio dei Bertolaso di turno. Si torna a parlare con proposte anche dei bacini montani, del sistema forestale -nel momento purtroppo in cui il Corpo Forestale va in pensione come la vigilanza ambientale delle province abolite. Tra le novità va segnalata anche la ricomparsa della ‘istituzione di parchi e riserve marine’ di cui è ampliato l’elenco delle zone in cui è consentita la loro istituzione’, ma qui il riferimento riguarda solo la Sicilia. Il finanziamento di un milione di Euro per il 2016 riguarda invece il potenziamento della gestione e del funzionamento delle aree marine protette istituite. E’ facile vedere che non si tratta però dei parchi a cui ha fatto riferimento Mattarella nel suo saluto di fine anno. Insomma solo aree protette marine senza aggiungere che proprio quelle presentano –vedi leggi in discussione al senato- delicatissimi e irrisolti problemi di rapporto che gli altri parchi e riserve che spaziano dalla Sicilia alla Sardegna, dal Santuario dei cetacei all’Adriatico.
Eppure in più d’una regione a partire dalla Liguria al Veneto, dalla Campania alla Toscana sono in discussione leggi -o la loro attuazione- a cui manca un chiaro contesto generale –ossia nazionale- di riferimento. Quel riferimento che il ministero dell’ambiente non offre da tempo immemorabile e che continua a mancare in barba all’ EXPO e a Parigi. E il tutto senza che finora siano state poste le basi per una ‘offensiva’ sostenuta dalle regioni, gli enti locali e gli stessi parchi in grado di uscire dalle manfrine penalizzanti e paralizzanti del senato.
Il Dossier dei deputati del Pd rompe il silenzio ma sui parchi ha bisogno di essere rivisto e ‘completato’ perché si possa ritrovare la corretta
contestualizzazione finora mancante.
Renzo Moschini