Come andrà a finire l’infuocato scontro tra l’Amministrazione comunale di Portoferraio e tutte le altre Amministrazioni elbane sul “contributo di sbarco”? Non verrà raggiunto l’accordo oppure, alla fine, si potrà dire che si è fatto solo “molto rumore per nulla”?
Credo nella seconda che ho detto. Penso che prevarrà il buon senso o, più prosaicamente , la volontà di non perdere la consistente voce di entrata che quel contributo potrà garantire ai bilanci comunali.
Ma poi su cosa si sta animatamente discutendo, anzi leticando?
Il Sindaco Ferrari ha aperto la “tenzone”, ma non si è capito bene che cosa abbia in mente. Se la sua è una critica su come i Comuni hanno impiegato, fino ad oggi, gli introiti derivanti dalla vecchia tassa di sbarco o se pensa alla necessità di investire in servizi e infrastrutture che interessino tutto il territorio elbano. Ha espresso anche riserve sulla ripartizione del gettito complessivo, rivendicando una sorta di indennizzo per Portoferraio che deve sopportare, durante la stagione turistica, la quasi totalità del traffico automobilistico in arrivo e in partenza, ma non lo ha quantificato, sia pure in linea di massima.
Gli altri 7 Sindaci sono unanimi nel criticare il Ferrari. Il suo comportamento, a loro dire, rischia di impedire l’adozione degli atti necessari per l’applicazione del contributo di sbarco, previsto dalla legge n°221 del 28 dicembre 2015, entrata in vigore dal 2 di febbraio. Si distingue tra loro, in particolare, il Sindaco di Capoliveri che non ha esitato ad esprimere sul primo cittadino portoferraiese giudizi discretamente pesanti, che sono andati ben oltre la materia del contendere e che non hanno, certamente, contribuito a spianare la strada ad una onorevole cessazione delle ostilità. La carica di Presidente della Conferenza dei Sindaci della Gestione associata per i servizi turistici che Barbetti, da tempo, ricopre, dovrebbe obbligarlo a reagire, in ogni tempo, con pacatezza e spingerlo a mediare, con costante e lucida pazienza, per favorire l’unanimità dei consensi. Un politico “navigato” come lui dovrebbe ormai conoscere e praticare l’arte, dura ma nobile, della mediazione.
Ferrari e company farebbero bene a capire, nel contempo, che oggi è urgente e prioritario decidere l’istituzione del contributo di sbarco, approvando le modifiche da apportare al regolamento che fino ad oggi ha disciplinato la superata tassa di sbarco.
Il resto, il quantum del gettito complessivo del contributo da attribuire alla attività di promozione turistica, le percentuali di ripartizione tra i Comuni o anche la sua parziale utilizzazione per l’attuazione di “progetti condivisi”, cui accenna molto vagamente il Sindaco di Portoferraio, sempre che si riesca a partorirli, lo si può discutere e decidere dopo. A tale scopo potrebbe essere inserita nel regolamento una norma che attribuisca alla Conferenza dei Sindaci la competenza ad assumere, con apposite delibere, ogni decisione sull’utilizzazione delle entrate che saranno realizzate.
Alle Compagnie di navigazione marittima ed aerea dobbiamo comunicare, al più presto, l’istituzione del contributo e la sua entità. La legge n°221 che lo prevede è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale il 18 gennaio, ma è stata approvata definitivamente dalla Camera dei deputati il 22 dicembre. Si è fatto passare più di un mese senza concludere nulla. E dal 2 febbraio, data di entrata in vigore della legge, la tassa di sbarco non esiste più. Per questo c’è bisogno di decidere e alla svelta, se non vogliamo far saltare tutto, compresa la Gestione associata per il turismo, e danneggiare fortemente un settore vitale della nostra economia.
Giovanni Fratini