L’odg sul referendum istituzionale approvato in consiglio comunale a Pisa che ha messo in minoranza la maggioranza ha suscitato grande entusiasmo negli Auletta di turno. Si è detto che avrà conseguenze ‘nazionali’. Dopo le vicende sul collegio dei sindaci revisori, l’affidabilità della presidenza del consiglio comunale il dibattito politico cittadino si fa sempre più eccitante. E poi uno si chiede perché la politica appassiona sempre meno.
Se il convento non ha di meglio da passare …
Sulle riforme istituzionali invece -referendum a parte- varrebbe la pena di soffermarci un po’ di più e meglio anche a Pisa e in Toscana.
Ad alcuni aspetti nazionali ha fatto riferimento anche Paolo Fontanelli in un suo recente intervento ricordando alcuni odg approvati nel voto finale che implicano –diciamo così- che la partita rimane aperta; vedi il numero delle regioni. Ma rimane in ogni caso aperta anche in caso di vittoria del referendum la partita del rapporto Stato, Regioni ed Enti Locali o quel che ne resta.
Vediamo in concreto cosa significa partita aperta a Pisa e in Toscana. Si sta discutendo –si fa per dire- di parchi e di ambiente che specie dopo la soppressione delle province e il ridimensionamento –cioè ruolo notevolmente ridotto delle regioni nel nuovo titolo V- in campo ambientale c’è il rischio di un ulteriore accentramento regionale che ne rafforzerà non il ruolo legislativo ma quello amministrativo. I parchi sotto questo profilo costituiscono un importante punto di riferimento ‘locale’ ossia sovracomunale che può controbilanciare il venir meno delle province ancora alle prese con gli effetti di una legge che ha risolto poco e nulla. I 3 parchi nazionali e i 3 regionali toscani insieme alle altre aree protette provinciali e locali occupano un territorio anche strategicamente rilevante dove la collaborazione sovracomunale è stata un significativo punto di riferimento locale, regionale e nazionale oggi più che mai determinante. Ma qui casca l’asino perché le due recenti e nuove leggi regionali –il piano paesaggistico e i parchi- che pure hanno avuto intoppi e creato anche palesi contrasti su aspetti rilevanti –vedi Apuane- sono ancora ferme al palo. Le vicende del parco di San Rossore da questo punto di vista sono esemplari per una gestione regionale e locale che non ci fa onore.
Ecco perché non basta prepararci al Referendum e agli odg a effetto.
Renzo Moschini