Condividiamo la proposta di desinare buona parte dei proventi del contributo di sbarco ad opere pubbliche nel comprensorio dell’Isola d’Elba, mentre ci pare sbagliata una suddivisione in proporzione alle presenze nelle strutture ricettive (alberghi, campeggi, ecc). Tale metodo caratterizza la tassa di soggiorno che il legislatore ha voluto distinguere dal contributo di sbarco.
Modi di spartizione ce ne sono anche altri.
Perché non privilegiare i comuni sede di sbarco dei turisti? O applicare il metodo della superficie del comune? Oppure utilizzare il numero dei residenti nel comune? Ci pare opportuno ricordare come un contributo sia un'imposta di scopo, cioè finalizzata a finanziare un determinato intervento pubblico. Vale a dire, l’imposta è legata ad un vantaggio particolare per coloro che la pagano, perciò l'ente che la incassa deve destinare il gettito al preciso scopo per il quale il contributo è stato istituito. Nel caso in questione si tratta di raccolta e smaltimento dei rifiuti, recupero e salvaguardia ambientale, turismo, cultura, polizia locale e mobilità.
Ci preme, infine, ribadire la nostra proposta delle due gestioni associate: una che amministri il contributo di sbarco, ovviamente su un programma pluriennale d’interventi, fra i quali il finanziamento alla gestione associata per il turismo nella misura del 25% dell’intero incasso.