Il nuovo balzello anzi il balzello riverniciato con l’ecologia del cosiddetto contributo di sbarco che potevano forse meglio chiamare , per confondere le idee come per la stepchild adoption , “ landing charge” , ha avuto soprattutto il merito di far riflettere gli Elbani e non, sulla enorme difficoltà di affrontare i problemi per lo sviluppo dell’isola quando a decidere devono essere otto comuni .
In prima battuta è strano come, di fronte ad un pur sostanzioso contributo anche se non si capisce bene perché si qualifichi come un contributo quando in realtà è una tassa che colpisce chi vuol venire all’Elba, anche se sono esclusi i residenti, nessuno, neanche gli operatori turistici, abbiano rilevato che sia contradditorio con la continuità territoriale e che certo non incentiva il turista già vessato dalle feroci tariffe dei traghetti, e risulta invece come se avessero riattivato le vecchie dogane di benignana memoria magari col fiorino.
Tanti e autorevoli personaggi sono scesi in campo nel dibattito sui blog locali e apprezzabile soprattutto l‘ultimo contributo del sindaco Lambardi fra l’altro, casualmente, unico sindaco di sinistra fra gli otto maire elbani di napoleonica memoria anche se Lui li aveva ridotti ad uno: uno sforzo “a tutto campo”, ponderato anche nelle ripartizioni e nelle finalità che meno male non contempla più l’idea dei tre comuni che invece aveva inizialmente affrontato.
E allora viene impellente una considerazione del tutto conseguente: ma perché caro Lambardi, in linea col tuo partito di appartenenza, non rilanci in grande stile l’unica soluzione possibile per affrontare i mille problemi dell’Elba che fra l’altro insieme avevamo discusso ai tempi del Comitato per il Comune Unico e che risorgono tutti ora come purtroppo previsto e non solo per il contributo di sbarco, ma così per le compagnie di navigazione e per l’APPE non per l’ APE evocata, per il sistema portuale in genere, per la sanità ora che c’è il Distretto sanitario, per le scuole, per la viabilità, per l’ambiente con o senza inceneritore, per l’urbanistica e soprattutto per il turismo.
Perché non elabori una delibera da far adottare a tutti gli altri comuni, anche se ne basterebbero 3 ai sensi dell’art. 12 della L.R. N*51/2010, per riproporre una legge per la fusione degli otto comuni: ora i tempi sembrerebbero maturi ci sono tutte le condizioni per ripartire e lasciar perdere l’odioso balzello del contributo di sbarco: come sai la Regione Toscana e lo Stato gratificherebbero con generosi altri contributi la fusione, pari a € 1 250 000 in cinque anni dalla Regione e il 20 % dei contributi erariali percepiti dallo Stato negli otto comuni per dieci anni, l’eliminazione del blocco della spesa e delle assunzioni, senza considerare i grossi risparmi per gli acquisti e le forniture e le migliorie conseguenti nei servizi.
I vecchi comuni potrebbero mantenere la loro identità con l’istituzione dei municipi e l’Elba si potrebbe finalmente presentare in Regione e al Governo con un'unica voce e con quell’unica voce entrare anche nei finanziamenti dell’Unione Europea.
E’ vero tutte cose già dette e scontate e anche purtroppo bocciate dal Referendum ma ora gli Elbani e i loro sindaci potrebbero aver capito la lezione con questa baruffa sul contributo di sbarco da cui non se ne esce e che comunque fa perdere il cosiddetto contributo, baruffa che poi si ripercuoterebbe su tanti altri temi come appunto la sanità e come si verifica anche nelle altre isole perfino a Capri dove non riescono ad accordarsi nemmeno i due comuni sulla ripartizione del suddetto contributo.
E se si prendesse esempio dalla fusione dei comuni di Abetone e Cutigliano di cui alla prima legge regionale di quest’anno? Con gli auguri di chi ci ha creduto davvero.
Gabriele Orsini