Caro Sergio,
mi scuserai se rispondo con un po’ di ritardo alle tue osservazioni circa l’ipotesi di un attracco al Grigolo, capace di accogliere le moderne navi da crociera. Grazie per il taglio ironico e immagino amichevole che hai dato al tuo intervento. Cercherò qui di essere maggiormente esplicativo anche per quanto mi spinge a perseguire la mia idea. Dirò subito che non intendo affatto occuparmi di impatti ambientali e di finanziamenti, che tu invece sottolinei, magari io potessi farlo. E’ invece mia intenzione sottolineare una idea, fra l’altro non proprio mia, anzi piuttosto datata e che condivido, e le motivazioni che mi inducono a farlo. Ripartirò quindi dall’area portuale, dove sembrano previsti interventi di adeguamento. Si tratta, come sai, dell’allungamento del molo Massimo così come dell’Alto Fondale per ulteriori 65 metri, coprendo così una lunghezza totale di 180 metri. Ho immaginato di vedere proiettati in piantai due prolungamenti che portano a queste prime riflessioni: la prima è che l’allungamento del Massimo limiterebbe abbastanza le manovre delle navi di linea nello specchio acqueo prospiciente, dovepiù volte in alta stagione, notiamo anche tre navi in movimento. Sappiamo che l’APPE ha motivato il diniego della rimodulazione degli slot adducendo motivi di sicurezza proprio per questa logistica. Con l’attuazione dei citati interventi probabilmente si darebbe maggiore enfasi a tali decisioni e non penso che ciò sarebbe auspicabile, per ovvi motivi.Per quanto riguarda invece la banchina di Alto Fondale,come ho già detto, ben venga l’allungamento anche per ulteriori alternativi attracchi. I due prolungamenti, così realizzati, verrebbero a creare un corridoio, sia pur ampio, che comunque inciderebbe ancor più sul bacino di evoluzione, prescrizione prevista proprio per la sicurezza. Mi ricorderai che non sono un tecnico, niente di più vero, ma fortunatamente per questo ci sono le preposte competenti Autorità, Capitaneria di Porto, APPE etc.. Tenuto conto che nel mio precedente scritto ho ricordato che il futuro del turismo crocieristico si sta proiettando su barche che superano anche i 300 metri, viene da chiedersi se mai la povera Portoferraio potrà mai ospitare tali bestioni con migliaia di passeggeri, magari a passeggio nel nostro Centro Storico, e se non varrebbe la pena impegnarsi a trovare un modo per avvalersi di tale futura opportunità. Da quanto sopra si rinforza l’idea di un attracco al Grigolo, pur cosciente delle tante difficoltà che incontrerebbe la sua realizzazione. Ricordo che all’Alto Fondale, ultimate le opere previste, avremmo appena 180 metri e fondale insufficiente, quindi chiuso l’argomento. Per quanto riguarda la valutazione che hai fatto circa lunghezza della costa presa in considerazione, ne deduco che da molto tempo non vai al Grigolo. Ti saresti reso conto che pur escludendo la zona militare, rimarrebbe tanto spazio, forse troppo, per ospitare uno di quei giganti del mare. Inoltre non penso che avremmo problemi di ormeggio, anche per l’ampio bacino di evoluzione. Per il molo so che ne esistono a impatto zero sulla costa, perché questa non sarebbe neppure toccata, e non mi preoccuperei neppure per il fondale, sarebbe interessante se quanto scrivo potesse richiamare un parere competente di qualche professionista.
Ciò che però mi preme, veramente e in linea generale, è dover constatare che su tutto si polemizzi, ci fermiamo sempre di fronte alle supposte difficoltà, mai il coraggio di affrontare progetti organici capaci di proiettare la Città nel futuro. Le idee viaggiano sulle gambe degli uomini, sono opinabili e perfettibili, mai cestinarle a priori. Credo che il tuo seguitissimo giornale potrebbe essere, in questa direzione, uno strumento utilissimo. E’ vero che è più facile tappare le buche che avventurarsi in battaglie lunghe e faticose, anche se ben motivate. Così che, sull’altra sponda, Piombino ha già un porto pronto ad ospitare i giganti del mare, sta pensando alle crociere, basta leggere la stampa odierna. Da lì con un’ora di percorso il territorio offre Pisa, Siena, Firenze e affini ma, attenzione, con mezzi veloci e 20 minuti di navigazione anche Portoferraio, Cavo, Porto Azzurro o Marciana Marina. La cosa non mi meraviglierebbe affatto, anzi e non ci resterebbe che ringraziare, doverosamente. Sono fantasie? Forse. Questo per dire che se non ci liberiamo della nostra cultura conservatrice e non prendiamo coscienza che potrebbe essere già tardi per guardare oltre l’orizzonte, resteremo sempre al carro di altri. Caro Sergio, tanto ti dovevo e con amicizia.
Sergio Bicecci
Caro Sergio
Come vedi ho aggiunto ritardo a ritardo, ma mi scuserai, sul teatrino della politica elbana sta andando in scena una tragicommedia "La Tassa di Sbarco", in un infinito numero di atti che obbliga me, come tutti gli altri operatori dell'informazione, a scrivere e copiare paginate di stupidaggini miste a insulti, prodotte da una classe ammistratrice miseramente inadeguata, fallita e distante anni luce dal quotidiano dei suoi amministrati e dai loro reali problemi.
Ciò premesso ho preso un po' di misure anche io, ho provato a mettere in pianta una delle mega-navi risolvendo che - lo so che altri prima di te avevano caldeggiato una simile operazione- comunque esse risulterebbero oltremisura impattanti (anche paesaggisticamente), inquinanti e, qualsiasi soluzione si scegliesse, ingombranti, così come - poiché le batimetriche sono quelle che sono - l'accosto comporterebbe comunque un volume di escavo più che notevole. Ma concordo con te: siano eventualmente i tecnici ad intervenire in questa querelle tra non tecnici, come siamo entrambi. Quanto alla logistica mi scappa solo da fare una considerazione aggiuntiva. Poniamo che la mega nave arrivi al Grigolo e sbarchi un paio di migliaiaia di crocieristi (in realtà quelle bestie ne portano pure molte di più) desiderose di visitare l'Elba, come la sbarchiamo? La quarantina di bus necessari alla bisogna dove li collochiamo? Portiamo la compagnia a "navettate" alla Banchina d'Alto Fondale (che a quel punto dovrebbe essere quasi esclusivamente dedicata)? Facciamo fare loro una marcia longa? Hai presente l'umana fauna delle crociere?
Permettimi una digressione: il mio amico Giovanni Fratini un giorno, negli anni '90 fece una rimata riflessione a voce alta, a dire il vero un po' ruspante, che è rimasta come caposaldo del mio pensare, essa suonava : TUTTO QUELLO CHE E' "MEGA" CON L'ELBA NON C'ENTRA UNA SEGA".
Da questo assunto per me discendono alcune convinzioni - che non trovo affatto da conservatore, anzi stimo rivoluzionarie - la prima delle quali, applicata alla politica dei trasporti è la seguente: "Non devono essere i luoghi ad adeguarsi ai vettori, ma al contrario i vettori debbono adeguarsi ai luoghi".
Come avrai capito quindi sono contrario sia allo spreco di territorio, alla politica di cementificazione che si continua a perpetrare oltre le razionali esigenze, sia al "consumo di costa e di mare". Non condivido affatto quindi neanche il mostruoso ingigantimento delle strutture portuali ferajesi, e se l'accosto dovesse continuare ad essere consentito solo ad una parte di vettori crocieristici pace, ce ne faremo una ragione, penso che ci sarebbero altre decine di strade per intercettare flussi turistici diversi ed aggiuntivi. Aiuterebbe certo un salto di qualità della politica che producesse (in luogo della Banda del Corpo Sciolto con cui facciamo i conti ogni giorno) una vera entità di governo dell'Elba capace di inventare, decidere e governare anche e prima di tutto la nostra economia.
Sono d'accordo con te, non si debbono rifiutare a priori idee dai singoli cittadini (però ci aggiungo: compatibili con una concezione di "sviluppo sostenibile" e meglio ancora - da radicale come sono - di "decrescita felice"). In altri termini ciò si chiama "democrazia partecipata". Ma allo stato dell'arte, a cosa può partecipare il cittadino elbano? Al marasma indecisionista?
La realtà è che c'è da risolvere per primo il problema che sta a monte di tutti i problemi dell'Isola d'Elba: il suo - questo sì conservatore, retrogrado, tribale - assetto istitutuzionale amministrativo.
C'è stato un referendum sul comune unico - obietterà qualcuno - e l'idea è stata respinta, ma i giudizi elettorali non sanciscono mai ciò che è giusto e per sempre, e la democrazia elettorale non ha sempre prodotto cose buone e democratiche (non c'è un dittatore della recente storia che non si sia costruito il suo plebiscito), qui ha vinto la dittatura del campanilismo, degli interessi personali, della superficialità, del disinteresse al sociale.
Ma per fortuna la politica e la partita della storia non sono come una partita di calcio dove l'arbitro alla fine fischia tre volte. Ci sarà sempre, per noi o chi verrà dopo, un altro tempo da giocare.
Ringraziandoti per averci scritto con amicizia
Sergio Rossi