Leggo che alcuni amministratori, dopo la giusta sconfitta al referendum sul comune unico, sulla quale proposta peraltro erano schierati, che adesso in modo più moderato formulano un'ipotesi su tre comuni. Vorrei solo rimarcare una cosa, e cioè che se la politica adoperasse meno radicalismi e più buon senso, anche la gente (che non è scema) accetterebbe le proposte più sensate.
All'epoca mi schierai contro il comune unico e i fatti mi hanno dato ragione: l'ideologismo non paga, ma si sa che con è con questo che spesso si fa carriera politica, col buon senso no, perchè non si agitano le folle. Il mio buon senso mi diceva che gli elbani erano certo pronti ad una semplificazione amministrativa, ma non ad accettare un salto nel vuoto, oltretutto in maniera traumatica: da otto ad uno solo. Ed allora, in un'articolo del 15 aprile 2013, una settimana prima di votare, volli lasciare testimonianza sulle testate locali che ringrazio ancora per l'ospitalità, nonostante che in politica oggi io non sia più "nessuno") della proposta che avevo già espresso in qualche assemblea pubblica, e che testualmente voglio riportare qui oggi:
" (.....) Meglio forse tornare al Rinascimento elbano, quando c'erano quattro mandamenti: la "terra" di Marciana, di Rio, di Longone e del Ferrajo: almeno ci sarebbe un'attinenza storica."
Ecco, ripropongo la mia proposta di allora rafforzandola col fatto che potrebbe essa trovare l'opportuna valorizzazione fra le realtà locali ed essere motivo di rilancio di una tradizione che già c'era e che potrebbe offrire possibilità di una valorizzazione turistica e culturale. E che la gente elbana comprenderebbe ed apprezzerebbe (logico che il tutto andrebbe poi corredato con una proposta amministrativa logica e seria). Allora non venne nemmen guardata, visto che conta solo chi ha un nome politico possente; chissà che oggi, qualcuno, stanco dei radicalismi, non la possa invece considerare come il frutto di un antico buon senso, che proviene non dalle chiacchiere di chi non sa, ma dallo studio del passato che dovrebbe aiutarci ad interpretare il presente, come ha avuto modo di insegnarci Umberto Eco, un altro grande appassionato di storia. Peccato che le comunità non siano più amministrate dai filosofi, come avveniva nell'antica Grecia e a Roma: i danni erano fortemente limitati.
Umberto Canovaro (già vicesindaco a Piombino, residente nella Terra di Rio)