Di fronte al nonedificante e perdurante spettacolo dei Siondaci che litigano su come spartirsi ed utilizzare i proventi dell'ormai celebre "contributo di sbarco" , qualcuno ha dato la responsabilità di tutto ciò alla politica.
Personalmente penso al contrario forse perché credo - fermamente - al valore della politica come capacità di sintesi e di mediazione.
Ho sempre presente quella mirabile definizione di "politica" che Don Milani dette ad un suo alunnoalla Scuola di Barbiana: "Politica è uscire insieme dai problemi". Ecco appunto quello che debbono fare oggi i Sindaci Elbani.
La rissa, gli insulti , le propotenze, gli egoismi miopi, sono l'esatto contrario della politica, quella buona. Sono invece la rappresentazione dell'anti-politica.
I colori le appartenenze politiche non c'entrano, questi vengono strumentalmente evocati che i problemi sono ben altri. La politica che è l'amministrazione della "polis" della comunità, chiede, obbliga a trovare concordemente una soluzione condivixa.
Se così non fosse, di fornte a questa impopptenza avrebbero ragione i fautori - abbondantemente battuti - del Comune Unico.
Questo per me sarebbe un danno grave per l'Elba e gli elbani tutti costretti a rinunciare alle loro storie, tradizioni ed identità culturali.
Allora il mio accorato appello ai Sindaci è quello di riflettere, ragionare lucidamente, con grande senso di responsabilità.
Mi aspetto e mi auguro che al più presto si riuniscano, meglio se a porte chiuse, e superino le difficoltà she, a detta di tutti, non appaiono poi così insormontabili .
Occorrerà di nuovo affrontare il nodo di una nuova e diversa gestione associata del turismo dopo la sostanziale rinuncia di Capoliveri, e definire il peso "ponderato" di ciascun comune nelle decisionio collegiali.
Non avanzo proposte specifiche ma so che le possibili soluzioni non mancano e le distanze sono, anche in questo caso, colmabili. L'importante è stabilire che nessuno dei comuni - piccolo0 o grande - abbia diritto di veto.
La legge sul contributo di sbarco ha un limite: quello di non contenere indicazioni sui criteri e metodi decisionali nel caso di isole con più comuni.
Tuttavia essa appare lodevolmente precisa nell'indicare le destinazioni e le finalità di questi finanziamenti che non debbono e non possono essere banalmente utilizzati solo per rimpinguare le casse delle singole amministrazioni ma per opere e servizi.
Se si parte da queste basi, volendo rendere complessivamente più accogliente l'Elba intera, aldilà degli spot, con più decoro sicurezza ed efficienza, nonvedo proprio come una base di intesa non si posaa rapidamente trovare.
Francesco Bosi