Qualche anno fa “Elba Notizie” riesumò, è il caso di dirlo, un mio vecchio scritto sul Centro Storico del 30 ottobre 1991, pubblicato allora sul “Corriere Elbano,” quello vero, ovviamente. Nello stesso numero c’era anche un redazionale ,del direttore Prof. Alfonso Preziosi, sul tema della viabilità e parcheggi. Elba Notizie constatò che a distanza di oltre 22 anni Portoferraio non aveva avuto alcun cambiamento. Non era quella la prima volta che scrivevo sulla precarietà dei provvedimenti adottati dalle varie Amministrazioni, tendenti allora ad eliminare il traffico veicolare dal Centro, sognando stradine brulicanti di negozietti di artigianato locale. Non capendo, invece, che impoverendo il Centro di alcuni importanti uffici, il commercio avrebbe languito, come è stato ed è. Ho sempre criticato queste iniziative e l’ho sempre fatto pubblicamente, come quando da subacqueo, segnalavo inutilmente la continua asportazione dei massi dai nostri fondali per dare corpo ai vari porticcioli dei nostri dirimpettai continentali. Il mio ultimo intervento sul Centro Storico di qualche giorno fa ripercorre e sottolinea quanto già detto più volte. La mancanza cioè di un progetto che detti una linea guida, anche se adesso qualcosa sembra muoversi, ha generato nel tempo la politica del tappa buche e del vivere alla giornata, ormai non più accettabile. Portoferraio non può definirsi una località turistica balneare vera e propria, non avendo alberghi capaci di ospitare centinaia di ospiti, salvo poche e qualificate eccezioni. Lo stesso si può dire per le spiagge, Le Ghiaie a parte, poco praticabili, difficilmente raggiungibili e senza possibilità di parcheggi. Insomma rimane un luogo di transito, ma che può offrire, in alternativa agli altri paesi dell’isola, l’altra validissima faccia della medaglia, cioè i valori inestimabili e unici quale città Medicea che ancora nasconde nel proprio seno molti segreti, poi i siti Napoleonici, le Fortezze Falcone, Stella, le Chiese e qualche piccolo interessante Museo. In potenza tutto da migliorare e valorizzare, ma siti già conosciuti e apprezzati a livello globale. Scendiamo ora in mare e parliamo della darsena Medicea. Secondo me unica vera fonte di reddito del Paese e mai curata abbastanza. Manca di energia elettrica, così che le imbarcazioni debbono tenere accesi i generatori causa di rumori e inquinamento. Un intervento a colmare tale lacuna darebbe prestigio e dignità agli approdi, per cominciare, ma credo che la Calata andrebbe ripensata. Si pensi che la “Cosimo de’ Medici,” utilizzando metà specchio acqueo, porta alla città centinaia di migliaia di euro annuali e offre un reddito sicuro a più famiglie. I nostri approdi, unici nel Mediterraneo per sicurezza e con uno scenario da teatro, potrebbe offrire molto di più, sulla scorta di tanti altri esempi intorno a noi. Le barche dei residenti, circa un centinaio, sembra che dovrebbero, prima o poi, trovare una diversa location quando, finalmente, vedrà la luce il porticciolo di San Giovanni, ma quando?. Altro limite sono le numerose motovedette e mezzi di soccorso delle varie armi. Non trovo affatto strategico tale assembramento in un unico porto. Tenuto conto che le zone più interessanti, anche dal punto di vista dei soccorsi e della tutela ambientale e pesca, vedi Pianosa e Montecristo, stanno proprio dalla parte opposta dell’Isola. Perché non distribuire tali mezzi perimetralmente negli altri porti?. Non si dimentichino i pontili galleggianti lungo la Linguella, che la città di Portoferraio mise in opera durante l’Amministrazione Peria, col finanziamento dell’ Autorità Portuale e che hanno poi trovato poi una diversa imprevista destinazione. Tutti spazi a mare che, recuperati, porterebbero la nostra Darsena ad un notevole salto di qualità e al potenziale raddoppio del bilancio della Cosimo de Medici, creando altra occupazione e recuperando anche altri posti auto a terra. Vedrei così, nelle diverse articolazioni, una nuova futura città, tendente a compiere sforzi, per la verità ciclopici, stante la culturale inerzia, ma non utopistici, dimostrando la volontà di uscire da un cinquantennale status quo. Non sarebbe male!
Sergio Bicecci