Per quanto riguarda il dibattito in corso sulla cosiddetta “semplificazione amministrativa”, credo che la soluzione non possa risiedere nel nome della “cosa” o nella sua natura giuridica, quanto, piuttosto nei poteri ad essa totalmente delegati.
Comunque si voglia analizzare la situazione, dovrebbe essere evidente la necessità di una “cosa” che risponda appieno alle necessità elbane di governo unitario (ed unico, per non ripetere le fallimentari e spesso ridicole gestioni assembleari del passato, ed anche del presente) dei settori più strategici, che risponda alle necessità di contenimento dei costi amministrativi, che si presenti “contrattualmente” e “politicamente” come reale portavoce plenipotenziaria delle comunità elbane.
Anche qui, comunque la si voglia deglutire e digerire, la “cosa” che di fatto si raffigura è un Comune Unico, che , però……non si chiami “Comune Unico”.
Per quanto mi riguarda potremmo chiamarlo anche “Pippo”, ma quello è e quello rimane.
Anche io sono contrario a forzature istituzionali esterne, ci mancherebbe, e farei il tifo per una seria e responsabile concertazione democratica intercomunale : la storia elbana recente induce a ipotizzare (o sognare…) un approccio, sacrosanto, di questo tipo ?
Senza contare il più che probabile rifiuto psicologico che verrebbe opposto al solo udire (alla luce sempre della storia recente) anche a parole come “Comunità” od “Unione”: almeno su questo terreno, lo scontro di definizioni rimarrebbe in parità. Quindi ?
Purtroppo non ci sono alternative, secondo me, ad un lungo e paziente lavoro politico, che preveda un costante ed aperto confronto tra tutte le forze politiche, tra le amministrazioni e con i cittadini (cosa non avvenuta appieno nel recente passato).
Un lavoro, tuttavia, che non è stato ancora iniziato nei modi necessari e che deve iniziare al più presto.
PAOLO DI PIRRO