La campagna del Referendum ha preso avvio all’insegna più che ad un confronto tra le ragioni del si e del no ad una vera e propria ‘scomunica’ di chi ha più d’un dubbio anche nel Pd e vuol discuterne. Tanto è vero a partire dalla Toscana ai dem è stato detto che i comitati sono solo per il SI punto e basta. D’altronde la lettura de l’Unità è più che sufficiente per capire che del confronto tipico di qualsiasi referendum non c’è nemmeno l’ombra. Che si tratti di professoroni o dell’ANPI bene che ti vada ti porti a casa una bella presa in giro sulla vecchiaia e l’incompetenza. La lettura delle 10 buone ragioni che consigliano il SI stando soprattutto a Renzi e alla Boschi hanno del miracoloso; spariscono i poltronifici dal Senato al CNEL alle provincie), fine delle lungaggini burocratiche, lo Stato si riappropria finalmente delle su competenze sottrattegli dalle regioni ( ordinarie) che così tornano a cuccia a partire dalle loro indennità. Sul perché lo Stato abbia fatto acqua su tutti i fronti anche della gestione delle leggi migliori specie in campo ambientale nemmeno un tentativo di spiegazione perché le colpe sono chiaramente delle regioni e dell’Europa e naturalmente la sua burocrazia.
Ora su questa raffigurazione della riforma che va approvata senza se e senza ma chi ha partecipato ai pochi incontri dedicati all’argomento prima del voto parlamentare sa benissimo che anche molti iscritti al partito qualche dubbio l’avevano non su tutto ma su specifici aspetti; Titolo V, legge elettorale chiedendo ‘correzioni’ altrimenti avrebbero votato NO. Il partito ha fatto orecchie da mercante e soprattutto a continuato a discutere e a decidere solo in sede parlamentare dove di qualche emendamento dell’ultimo momento non si conosceva neppure il firmatario.
La campagna appena avviata –è un punto che non si può far finta di non vedere- doveva essere fatta prima del voto e nelle sedi del partito. In quanti circoli, sedi provinciali e regionali si è discusso di questi problemi dove si doveva rispondere ai dubbi e soprattutto di quali proposte correttive dovevano essere messe in cantiere. Nessuno ricorda precedenti referendum e il coinvolgimento delle sedi di partito? E non si dica che ora ci sono i comitati perché i giochi sono fatti e -o si mangia questa minestra o si salta dalla finestra. E a chi voterà NO non si dica che non vuole cambiare nulla perché tutto resti come è. Certo c’è anche chi non vuole cambiare nulla, chi ha partecipato a qualche dibattito nel partito sa benissimo però che non era questo che si voleva e si chiedeva.
Perché non rassicurare questi elettori dicendo che intendiamo tenerne conto anziché ripetere con spacconeria che non cambieremo una virgola visto che ci sono punti che sarebbe bene cambiare. Poi rifarsela con i gufi sarà una magra consolazione.
Renzo Moschini