La stagione 2012 volge al termine e i dati che giungono dalle aziende non sono incoraggianti sia per l’aggravarsi della crisi ma anche per la disorganizzazione del territorio che non produce progetti di valorizzazione e sviluppo.
Nonostante l’enorme potenziale mancano le prospettive, non c’è promozione, non c’è coordinamento, i prezzi dei servizi sono altissimi e la qualità sempre più carente. Persino la sicurezza oggi è minacciata da una microcriminalità invadente.
Mentre lo sviluppo e l’innovazione sono bloccati dalla burocrazia e dalla difficoltà di accesso al credito, la contrazione della spesa del settore pubblico sta colpendo l’Elba in modo improprio, dalla sanità ai trasporti, senza valutare le caratteristiche di insularità senza alcuno sgravio fiscale. La vicenda degli slot che ha compresso di nuovo la frequenza dei collegamenti marittimi, l’affanno della frequenza di quelli aerei che si ripete con “puntuale” cadenza annuale, le allarmanti notizie del ridimensionamento della struttura ospedaliera, l’altrettanto “puntuale” carenza della distribuzione dell’acqua nel periodo estivo, sono poderosi freni allo sviluppo che debbono essere rimossi.
Confindustria si è sempre espressa a favore di un forte riassetto amministrativo dell’ Elba all’ insegna di una semplificazione che rafforzi la rappresentatività del territorio in tutte le sedi opportune, anzitutto con la istituzione del Comune Unico.
Serve un progetto di riorganizzazione che porti unità di intenti al fine di rilanciare l’identità di un isola che deve essere adeguatamente valorizzata, per ciò che rappresenta rispetto al P.I.L. della Regione Toscana.
Il senso di appartenenza al territorio deve essere la base che ci rende consapevoli della forza e delle potenzialità della nostra Isola, per portare valore al sistema socio-economico.
Si deve abbattere definitivamente lo schema assistenzialista che da sempre assoggetta le aziende e i cittadini dell’Elba al miraggio di finanziamenti esterni che tra l’altro non arrivano mai, senza contare poi che gran parte della ricchezza realmente prodotta viene portata fuori dall’isola.
Tra gli esempi più evidenti di questo stato di cose, emergono la gestione degli appalti pubblici oppure i progetti PEEP che hanno lasciato soltanto risorse residuali sull’Isola.
L’obbiettivo quindi è quello di una maggior autodeterminazione che, anche tramite uno statuto speciale, consenta all’Elba di dotarsi di autonomia finanziaria corrispondente alle proprie esigenze, eliminando gli sprechi, senza dover dipendere da procedure burocratiche farraginose il cui esito è costantemente in ritardo rispetto alle necessità emergenti.
La vicenda dei fondi stanziati per l’alluvione del novembre scorso, a quasi un anno di distanza ancora non erogati, testimonia in quali condizioni si è costretti a stare.
Confindustria sta coordinando con le varie Associazioni incontri e consultazioni per giungere a delineare a breve termine un progetto di valorizzazione e crescita dell’ Isola d’Elba.
Lo sviluppo mondiale del turismo, atteso per i prossimi anni, porterà un incremento di viaggiatori provenienti dai mercati emergenti che si aggiungeranno a quelli dei mercati tradizionali, sarebbe un vero peccato se l’Elba rimanesse esclusa da questa sfida che richiede interventi solleciti per accrescere la promozione e la qualità.
Ci sono grandi possibilità di sviluppo turistico, commerciale e industriale che possono tranquillamente armonizzarsi con una natura incontaminata, come avviene in tantissime parte del mondo, ridando una in questo modo una prospettiva di fiducia ai giovani che sceglieranno di vivere e lavorare all’Elba tutto l’anno.
Confindustria - Comitato Coordinamento Isola d'Elba