Oggi li aiuterò nel sottoporgli su un piatto d'argento un'opportunità per sfatare il mito della loro inefficienza e inefficacia nel risolvere i problemi dei cittadini.
Nel concreto sottopongo la problematica della remunerazione del capitale investito abrogata dal referendum del 2011, con la quale gli italiani hanno deciso che l'acqua è un bene pubblico.
Perché allora i cittadini pagano ancora la stessa bolletta? A questa domanda dovrebbero rispondere i comuni che compongono ATO5 (Autorità di ambito Territoriale Ottimale) relativo alla costa Toscana.
Ma andiamo con ordine. Nel luglio del 2011 quasi 27 milioni di italiani hanno DEMOCRATICAMENTE deciso che l’Acqua è un bene pubblico e la "remunerazione del capitale investito", il 7% che poi incide sulla bolletta in modo cumulativo, in valori che oscillano dal 9% al 15% in base alla gestione del servizio idrico, non deve essere più inserita nel calcolo della tariffa.
Ad oggi, a distanza di mesi da quel referendum, risulta che in tutta Italia nessun gestore del servizio idrico abbia applicato tale normativa, riducendo le tariffe.
Il Forum Italiano dei movimenti per l’Acqua Pubblica ha quindi promosso una campagna di "Obbedienza Civile", in cui sostanzialmente si attua una proposta di
auto‐regolamentazione volta ad intimare ai gestori del servizio idrico l’applicazione del risultato referendario, aiutando i cittadini a far valere i propri legittimi diritti.
Arriviamo alle risposte: ASA sta continuando a calcolare le bollette caricandole anche sulla parte della remunerazione del capitale investito abrogata dal referendum, ma afferma che non può far altro che applicare quanto disposto dall'organismo delegato a decidere in materia di tariffe, cioè ATO.
Dunque l’illegittimità viene ammessa, seppur incolpando altri organismi di tale situazione.
L'ATO è un organismo che esprime la volontà dei sindaci dei comuni che compongono quel territorio, quindi sono i sindaci a decidere che i cittadini devono continuare a pagare la quota illegittima ai privati.
Perché i nostri Sindaci, che tanto si sono impegnati in campagna elettorale a favore del referendum, anziché schierarsi come "garanti" della volontà dei cittadini, consci dello straordinario risultato democraticamente ottenuto, fanno di tutto per vanificare la volontà popolare?
Sperando di aver reso un servizio utile alla cittadinanza e alla distratta politica, porgo distinti saluti.
Giovanni Adriani