La polemica innescata dal Gruppo Consiliare PD in merito alla Delibera della Giunta Comunale n. 188/2016, un atto d'indirizzo con il quale si esprime un parere favorevole alla verifica della possibilità di affidamento di aree del demanio marittimo in favore di una attività turistico ricettiva in ampliamento di una concessione demaniale esistente, e in ragione di quanto previsto dal comma 8 dell'articolo 63 del regolamento urbanistico vigente, richiede di fare alcune precisazioni.
E' falso parlare di atto autorizzativo, si tentano speculazioni politiche a difesa di chissà quali interessi. Esprimere un indirizzo è legittimo e corretto, tanto più quando è supportato dalle norme, come è certamente legittimo avere diverse opinioni in merito.
Oggettivamente, si tratterebbe di un ampliamento, come da regolamento, non superiore al 5% della concessione demaniale già esistente in uso ad una società. Ampliamento non superiore, quindi, a 80 metri circa, da intendere ad esclusivo uso dei clienti della struttura senza alcuna commercializzazione.
Pare veramente strano, quindi, che si parli di illegittimità, così come pare strano ricevere una diffida dai gestori di un punto blu alla Biodola; allo stesso modo pare singolare ricevere, così prontamente, una missiva firmata solo dai consiglieri di minoranza Pellegrini e Andreoli dello stesso tenore; ovviamente non firmata del consigliere Antonella Giuzio in quanto figlia di uno dei titolari del punto blu che, per l'appunto, hanno inviato la diffida di cui sopra; e non firmata, ovviamente, dal consigliere Alessandro Mazzei, in quanto già responsabile della sicurezza della società interessata nonostante facesse parte dell'amministrazione Peria.
Pare strano, ma proviamo ad analizzare i fatti.
Alla Biodola, come altrove, sono attive spiagge libere attrezzate, cioè Punti Blu assegnati previa procedura di evidenza pubblica nel 2006. E qui se vogliamo troviamo delle "singolarità" a meno di non volerle definire, appunto, "stranezze".
Le concessioni furono richieste da ditte personali e mentre una è ancora in carico al concessionario originario, l'altra, la cui titolare ha diffidato il Comune di Portoferraio, ha subito ben due variazioni. Nonostante che alla gara avesse partecipato una sola persona, la concessione demaniale 7/2006 rep 7 del 23.06.2006, risulta rilasciata a 2 persone per una ATI (associazione temporanea d’impresa) (??????); al momento nella pratica non sono rintracciati atti e documenti afferenti questa regolarizzazione.
È ovvio che gli uffici provvederanno a chiarire questi punti e probabilmente i passaggi possono essere anche legittimi perché il regolamento comunale, articoli 21 e 22, ammette il subingresso e l'affidamento a terzi della gestione delle attività, ma l'assenza di documentazione lascia adito a dubbi.
Potremmo dire che gli articoli 21 e 22 sono norma "folkloristica" per una maggioranza consiliare, quella del PD, che si erge a tutela dei deboli, del lavoro e dei lavoratori e dell'interesse generale, poi di fatto ammette la "commercializzazione" delle concessioni, quindi, conseguentemente, la speculazione su di esse in favore esclusivo del privato, mentre poteva ben mettere vincoli più stringenti, così come ritroviamo in molti regolamenti di altre località turistiche.
Allora la tutela dello stato di fatto da parte del PD è evidente: tutela di privilegi commerciali come peraltro attesta l'ordinanza del TAR Toscana del 5 maggio 2015 quando rigetta la domanda risarcitoria, sotto forma di pagamento di euro 70.000 per mancata conclusione di contratti di cessione dell'azienda, avanzata contro il Comune di Portoferraio dalla ricorrente (madre del consigliere Giuzio) la medesima titolare del punto blu.
Peraltro, si potrebbe osservare che addirittura uno degli assegnatari della concessione della spiaggia libera attrezzata alla Biodola risulta anche titolare di altra concessione sempre nella stessa spiaggia; il soggetto in questione è della famiglia Giuzio, famiglia che con altro soggetto, addirittura, risulta titolare di punto blu alle Ghiaie; quindi, quanto meno, vi è un'altra stranezza, anche se l'altra concessione è di altra natura.
Aggiungiamo, inoltre, quale elemento essenziale che tra questa Associazione Temporanea d’Impresa e la società di cui sopra c'è stata una controversia per una compravendita del punto blu. Così come altro elemento essenziale, per capire tanto rumore, è che la controversia ha interessato anche l'amministrazione comunale di Portoferraio, come sopra detto.
Infine, rispetto alle polemiche politiche, per quanto si possa sostenere che si voleva attendere la soluzione della vicenda cosiddetta "direttiva Bolkestein" in merito alla rinnovabilità delle concessioni e alle modalità di effettuazione delle gare, rimane da domandarsi perché in tanti anni la maggioranza di centrosinistra non abbia prodotto un piano spiagge funzionale a razionalizzarne l'uso, a garantire servizi di qualità all'utenza, ad avviare l'eventuale assistenza per la sicurezza, a garantire le strutture ricettive che è inutile negarlo, vivono in simbiosi con la spiaggia, sono figlie dell'esistenza della spiaggia e senza di queste sarebbero meno attrattive con conseguenza decadenza di appetibilità della meta Elba.
Insomma, il punto di domanda è: il PD, che sicuramente è favorevole ad un confronto sulle prospettive di sviluppo (in termini di allungamento di stagione e qualificazione dell'offerta, di accessibilità all'isola) e che sa benissimo che un'amministrazione si trova a dare risposte, positive o negative a seconda della fattibilità e dell'indirizzo politico all'imprenditoria locale senza per questo gridare allo scandalo, perché si agita così tanto e, prontamente diffida per un solo atto di indirizzo non ancora concretizzatosi? Difende veramente gli interessi dei cittadini o meglio dei deboli? La risposta è chiara.
Angelo Del Mastro
Comune di Portoferraio