Che quella di venerdi 5 agosto è una mattina diversa da quelle afose e torride cui siamo abituati nelle ultime settimane lo si percepisce già nel leggero abbassamento di qualche grado delle temperature, sintomo della perturbazione atlantica in arrivo, con un sole parzialmente nascosto dalle nuvole che appena trova spiragli acceca la vista, riflettendo luccicanze sul bel mare azzurro dell’Arcipelago.
Per Porto Azzurro, il Comune elbano che ospita nell’antico forte spagnolo di San Giacomo l’importante casa di reclusione “Pasquale De Santis”, è un giorno storico poiché formalizzerà da una parte l’inizio della raccolta differenziata all’interno dell’Istituto Penitenziario e allo stesso tempo l’entrata pro forma del territorio comunale nella Elbana Servizi Ambientali andando a completare l’accordo integrato per la gestione dei rifiuti con gli altri comuni insulari.
Accanto a questo importante risultato altre novità di rilievo saranno illustrate e che vedranno protagonista la struttura carceraria con il suo mondo parallelo costituito da centinaia di soggetti tra internati e personale, poggiato da decenni sulla comunità “longonese” ed insulare.
E infatti saranno presenti alla attesa conferenza stampa, organizzata negli uffici delle direzione della cittadella carceraria rappresentata dal Direttore Francesco D’Anselmo, elementi di spicco di Governo, dell’ambiente giudiziario, delle Istituzioni locali e del volontariato.
Sia i temi inerenti la gestione e riciclo dei rifiuti che quelli della “riforma carceraria in itere”, in atto dal 2013 con il Governo Letta, sono legati da un comune denominatore: riduzione e razionalizzazione delle spese e avvicinamento tra il mondo carcerario e popolazione residente con l’obbiettivo di ridurre l’affollamento nelle carceri con progetti di re inserimento graduali.
Passati i rigidi controlli di identificazione per entrare nella struttura della Casa di Reclusione ci avviamo verso la direzione.
Sono quasi le 10,00 del mattino e troviamo il Direttore D’Anselmo ed alcuni suoi stretti collaboratori a dare un caldo benvenuto agli ospiti e alla stampa.
Il clima è disteso, non solo convenevoli formali. Si instaura una sorta di empatia tra i presenti, una partecipazione quasi naturale al dialogo che rende leggero il “tempo differente” all’interno di un carcere.
Sono già presenti il Provveditore del Dip. Amministr. Penitenziaria per Toscana Umbria Giuseppe Martone, il Sindaco di Porto Azzurro Luca Simoni, il Vice Presidente del Parco Angelo Banfi, l’Ispettore e Vice Comandante della Polizia Penitenziaria Paolo D’Ascenzo, la rappresentanza di ESA con la Presidente Raffaella Solari, il Direttore Massimo Diversi e altri collaboratori della società, il Garante per i detenuti Nunzio Marotti, la rappresentante del mondo del volontariato con l’Associazione Dialogo Licia Baldi.
Alle 10,30 circa l’atteso arrivo del Sottosegretario di Stato alla Giustizia Cosimo Maria Ferri, l’influente leader di Magistratura Indipendente che prima con l’ex premier Enrico Letta e poi con quello attuale Matteo Renzi ha consolidato l’importante e prestigiosa carica con delega all’edilizia carceraria.
Ferri, classe 1971, è “figlio d’arte” dell’ex Ministro Enrico, più volte sindaco di Pontremoli, deputato ed europarlamentare vicino al partito socialista di Craxi prima, al centrodestra di Berlusconi poi, all’Udeur di Mastella e Cossiga per un breve periodo per poi tornare vicino agli ambienti del PDL.
Una famiglia di peso negli ambienti della magistratura, dell’Associazione Nazionale Magistrati e del Consiglio Superiore della Magistratura, nella politica regionale e nazionale.
Pochi minuti per salutare con attenzione e affabilità tutti i presenti, nessuno escluso, un modo di fare che lo distingue in ogni suo intervento pubblico.
E si inizia la conferenza stampa, con più attenzione di tutti ma senza abbandonare quel senso di leggerezza che caratterizzerà tutta la mattinata.
Il Progetto ESA
Slide e opuscoli chiari per un progetto che già dal mese corrente di agosto avrà inizio. Più volte vengono messi in evidenza non solo gli aspetti organizzativi e tecnici ma anche quelli tesi al coinvolgimento di tutti i soggetti riguardanti il progetto, personale della Polizia Penitenziaria e Detenuti.
Gli obbiettivi sono la tutela dell’ambiente, l’ottimizzazione delle risorse e l’espressione di civiltà cui oggi nessuno può più sottrarsi con il coinvolgimento di tutti nessuno escluso.
Fino ad ora la situazione all’interno del “De Santis” era piuttosto deficitaria con un conferimento di indifferenziata al 90% e solo un 10% come carta e cartone.
I numeri si aggirano attorno alle 237 tonnellate totali di rifiuto all’anno.
Col nuovo corso si tenterà di raggiungere nei prossimi anni circa l’81% di raccolta differenziata, percentuali cui attualmente si avvicina all’isola d’Elba solo il Comune di Marciana Marina.
Verranno forniti in dotazione nelle celle dei detenuti, negli uffici del personale e nelle aree comuni, diverse tipologie di contenitori e sacchetti di cartone e plastica che attraverso vari passaggi saranno scaricati dal servizio interno della struttura nei contenitori esterni per la presa del servizio pubblico.
Una filiera ben organizzata nelle sue fasi dunque che separerà le diverse tipologie di rifiuto, dalla frazione organica alla carta e cartone, al multi materiale leggero, al rifiuto secco non differenziabile.
Saranno allestite anche compostiere di grande volumetria che consentiranno di trasformare gli scarti verdi delle lavorazioni agricole con processi di maturazione in compost, che potrà essere riutilizzato in loco come fertilizzante per i terreni che nel totale attorno e dentro la casa di reclusione raggiungono i 5 ettari.
Tutto ciò avverrà gradualmente nei mesi con piccoli corsi di formazione con operatori del settore in contemporanea all’attivazione dei processi di riciclaggio.
Materiali informativi e manuali, al momento disponibili solo in italiano ma in progetto per lingua inglese e francese, verranno distribuiti a personale e ospiti detenuti. Dal “porta a porta” al “cella al cella”, al “camera a camera” come più volte è stato sottolineato addolcendo le stesse antiche e obsolete terminologie usate negli ambienti di detenzione.
Edilizia carceraria e inserimento al lavoro
Altrettanto interessante e promettente la seconda parte dell’esposizione destinata a interventi di recupero di parti fatiscenti della casa di reclusione, attraverso l’attivazione di risorse in carico all’Ente Giuridico “Cassa Ammende”, e ricorrendo all’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario che prevede varie modalità di inserimento al lavoro esterno della popolazione internata.
Esordisce il Provveditore Martone, uomo di grande esperienza che dopo la laurea in giurisprudenza e specializzazioni varie ha ricoperto incarichi in qualità di ispettore, vice direttore e direttore in molti istituti di pena italiani, nonché la partecipazione ad una Missione Internazionale in Kossovo, fino alla nomina appena sette mesi fa come Provveditore per la Toscana e l’Umbria. Nei suoi passaggi è centrale l’attenzione per una migliore sinergia tra carcere e territorio con riferimenti ad esperienze in istituti pugliesi, così come un giusto processo di reinserimento degli ospiti detenuti.
L’attivazione attraverso la Cassa Ammende di alcuni progetti, alcuni già terminati altri in via di attuazione, vedono ad esempio il rifacimento della sala colloqui e della ristrutturazione delle stanze di pernottamento di una sezione interna, l’immissione al lavoro interno l’istituto di alcuni soggetti per la pulizia degli uffici e il ripristino di alcune aree verdi esterne.
Sono stati presentati anche altri progetti che riguardano Pianosa, come la concessione alla casa vinicola Frescobaldi di circa 10 ettari per la produzione di vino biologico mediante la formazione e impiego lavorativo dei detenuti allocati, la ristrutturazione dell’ex caserma Sembolello, il potenziamento dell’Orto di Pianosa.
Il tutto contribuirà, come poi ribadito dallo stesso Sottosegretario, non solo ad una sorta di inserimento attivo da parte del personale coinvolto ma anche ad un ritorno di immagine ed economico per l’amministrazione penitenziaria.
Ulteriori piccole ma preziose novità sono l’attivazione del sistema di video chiamata per ristretti, l’apertura dell’area verde entro la fine di agosto 2016 in collaborazione con la Associazione Dialogo e la Caritas Diocesana, rete wi fi per il personale dell’amministrazione, la ristrutturazione in economia di una palazzina dell’isituto, lavori di ripristino e di manutenzione straordinaria tesi al miglioramento del benessere del personale penitenziario e della comunità dei detenuti ospiti.
Dopo che il sindaco Simoni ha ricordato come nel lontano passato ci fosse più interreazione tra la cittadella carcere e il paese, (ad esempio con la frequentazione la domenica alla messa nella antica chiesetta oggi in disuso o attraverso attività ricreative varie) e il vice presidente del Parco Banfi ha plaudito alle iniziative illustrate per possibili e auspicabili collaborazioni future con l’ente che rappresenta, è il momento delle considerazioni e sintesi finali di Cosimo Ferri che con evidente soddisfazione per il positivo clima instauratosi esordisce dicendo che Roma non è lontana, anzi è molto vicina all’Isola d’Elba, alle sue realtà, necessità e problematiche.
Certamente grande attenzione alla sicurezza, alla certezza della pena e di pari passo alla riabilitazione per gli internati che hanno si doveri per i debiti penali contratti verso le leggi dello Stato ma anche diritti per una detenzione umana e di qualità che tenda il più possibile al reinserimento nella società e nei processi produttivi. Divenire sempre più protagonisti, sia per il personale che per i detenuti ospiti. Anche Ferri usa terminologie più adatte ai giorni nostri e consone ai processi di inserimento, si passa dalla “cella” alla “camera”, dalla “rieducazione” al “reinserimento graduale” con acquisizioni da parte dei detenuti di piccole o più importanti esperienze e professionalità.
Si apre un piccolo dibattito, tutti riescono ad intervenire nonostante si avvicini l’ora della partenza in traghetto del rappresentate di Governo Ferri, diretto collaboratore del Ministro alla Giustizia Andrea Orlando.
Interviene il vice comandante D’Ascenzo accennando alle problematiche connesse al personale e ai detenuti, intervengono più volte il Garante Marotti e Licia Baldi per esprimere apprezzamento per il lavoro fatto e per i progetti, sottolineando alcune criticità, per esempio le difficoltà economiche dei reclusi, l'inadeguatezza delle remunerazioni (ferme al 1993) a fronte del raddoppiamento della quota di mantenimento, la necessità di adoperarsi per la riapertura della chiesa interna che già fu segnalata allo stesso Papa Francesco.
Siamo arrivati alla fine di una intensa mattinata, i volti sono distesi e luminosi nonostante la serrata full immersion densa di informazioni e aspettative per il prossimo futuro.
Progetti di recupero materiali per la struttura carceraria, sociali per il benessere del personale e dei detenuti con il lavoro e l’ambiente come basi di partenza per avvicinare il carcere e la popolazione locale, di formazione nell’acquisizione di esperienze che agevolino la reintroduzione degli ospiti nella società e con merito.
In qualche modo anche se può sembrare paradossale in un ambiente dove si scontano pene anche pesanti e dove vigono norme rigide, il termine che tutti auspicavano viene vigorosamente suggellato da Ferri: partecipazione con tavoli di lavoro e di confronto aperti a più soggetti e con verifiche nel tempo.
G.C.D. (foto Gian Carlo Diversi)