E’ oramai tecnicamente acclarato che si tratti di “progetto”, sia pure di natura quasi-urbanistica (ahi,ahi, tutti quegli inserimenti di misure e di modalità costruttive!), con tanto di nutrito Gruppo di Progettazione, di una Progettista-Coordinatrice” e del corredo di una spesa di oltre 200.000 euro di denaro dei contribuenti.
Un progetto, nella veste approvata dalla giunta Ciumei, con caratteristiche paesaggistiche immediatamente valutate inaccettabili e vergognosamente invasive da quel numero incredibile di turisti e di cittadini che hanno visionato un plastico (non realizzato da Comune e progettisti, per carità) finalmente fedele, e che hanno sottoscritto, nel corso di questa stagione, il loro NO a QUEL porto.
Tuttavia, come se quanto sopra non bastasse, c’è anche altro che preoccupa.
Preoccupa, ad esempio, la durata degli enormi lavori di dragaggio profondo degli arenili lungomare, di realizzazione delle vaste opere a mare in cemento, di posa di massi e tetrapodi, di edificazione sui moli: un pluriennale cantiere a cielo (ed a mare) aperto, Marciana Marina, che certamente allontanerebbe i turisti e che metterebbe a serissimo rischio di sopravvivenza gli esercizi commerciali e turistici del paese.
Sono state fatte e formalizzate le adeguate valutazioni in proposito? Sono stati informati ed ascoltati i diretti interessati? Domande retoriche a risposta scontata: no.
Almeno fino a quando Ciumei non risponderà ad una circostanziata interpellanza di merito della Lista Civica, la misteriosa messa in sicurezza del porto rimarrà misteriosa, e continuerà qualunquisticamente ad essere considerata adeguato prezzo allo strombazzato apporto di ricchezze per il paese, o, almeno, per quella parte che sopravviverà al cataclisma sopra descritto.
Parole, parole, parole, perché non risulta alcuno studio, associato al progetto, di analisi, di qualificazione e quantificazione degli eventuali benefici, di impegni : nessuno, in questo senso, ha messo la faccia e la firma, ma solo la lingua.
L’unico impegno certo del Ciumei (carta canta), tramite l’approvazione, è l’avvento del “gestore unico” e la sparizione degli attuali operatori della nautica, a meno di mirati ripescaggi.
Nessuno studio, nessuna faccia e nessuna firma neanche sul destino delle coste e delle spiagge marinesi.
Nessun depuratore previsto che renda verosimile la destinazione a zona balneabile di un tratto di costa in cui sono presenti (avendo dato già …..buona prova di sé) ben 3 sbocchi di “troppo pieni fognari”! La speranza, molto poco “tecnico-progettuale”, è che non piova mai o che qualcuno (come ebbe a dichiarare Ciumei) non innaffi troppo?
Nessuna conoscenza delle caratteristiche meteomarine locali, si può dedurre, se si ignora che il posizionamento del distributore di carburante nel lungo molo di sopraflutto comporterebbe che i venti prevalenti della stagione turistica (maestrale, soprattutto) spingerebbero gli ineliminabili sversamenti di carburante proprio verso le spiagge marinesi. O sarebbero “a scomparsa” totale anche quelli?
Senza contare le vissute opinioni della vera gente di mare marinese che giudica severamente pericoloso un porto con ingresso, per di più “lungo”, verso terra, a fondali decrescenti e con risacca.
Cosa è necessario aggiungere per convincersi che l’intera impostazione di quel porto è sbagliata, strategicamente e tecnicamente, e non adatta per Marciana Marina?
Vero, deve ancora essere predisposto il progetto esecutivo, con relativa attesa di possibili drastici ridimensionamenti e di riconfigurazioni, pure da assoggettare a ben più severa valutazione di impatto ambientale, e deve ancora essere giocata la carta del preannunciato “concorso di idee” (o è solo una bufala per calmare le acque cittadine inaspettatamente agitate?), ma sussiste veramente, da parte della giunta Ciumei, l’intenzione di ascoltare e di ravvedersi, per il bene del paese?
Purtroppo, al momento ed in assenza perdurante di passi concreti e di confronti, non rimane che augurarselo e di continuare l’impegno per evitare lo sfascio prospettato.
Paolo Di Pirro