Carissimi Giovanni e Giampiero,
provo per Voi una grandissima stima ed una grande amicizia anche se da tempo non ci incontriamo.
Trovo strano che Vi schierate apertamente per il SI al prossimo referendum mentre io, che ho condiviso con Voi tante battaglie amministrative e non solo, sono decisamente per il NO.
Mi domando dove sbaglio o siete voi che date una interpretazione diversa alla nuova normativa?
A loro ed a me stesso chiedo:
può un Parlamento dichiarato incostituzionale modificare la Carta forndamentale che tiene unito il popolo italiano? avendo presente che ben 246 parlamentari sono transitati da un partito ad un altro..
Con il “combinato disposto” tra riforma ed Italicum gran parte dei parlamentari saranno nominati dai segretari di partito, (100 per ciascuno dei maggiori partiti e quindi obbedienti alla volontà del Capo)
E' opportuno che cittadini eletti per fare i consiglieri regionali o Sindaci siano nominati senatori e godano del privilegio, assurdo, dell'immunità parlamentare?
Come faranno a svolgere correttamente le due funzioni? decadono con lo scioglimento della loro assembea che molto spesso non coincide con lo scioglimeto del Senato ed allora possono verificarsi maggioranze diverse che potrebbero creare problemi all'iter dei vari provvediemti legislativi.
L'art. 57 al 2° comma prevede che i senatori siano eletti dai consigli regionali con il metodo proporzionale mentre al comm 5 del medesimo articolo si afferma che i senatori saranno scelti in conformità con le scelte fatte dagli elettori: quale comma prevale?
Mi pare, come sostengono molti esperti di diritto costituzionale, che la riforma Boschi – Verdini sia confusa e scritta male!
Vi ricordo ma lo saperte perfettamente che le norme costituzionali dopo che furono approvate dall'Assemblea Costuente, di cui facevano parte Parri, Calamandrei, Terracini, Bozzi e tanti altri Padri nobili fu trasmessa ad un gruppo di studiosi della lingua italiana per rendere l'intera normativa facile e comprensibile e fu promulgata circa un anno dopo la prima approvazione.
Ricordo ancora che il Presidente del Consiglio, allora De Gasperi non volle intervenire nella discussione, solo una volta per una pountualizzazione dell'art. 7, i rapporti tra Stato e Chiesa, poichè la competenza era ed è del potere legislativo non del potere esecutivo mentre oggi l'attuale presidente del Consiglio assume la paternità della riformsa in prima persona.
Quindi il Senato non viene abolito ma ridotto nel numero da 315 a 100 con un risparmio di circa 50 milioni, forse un po' meno (attualemte il costo complessivo del Senato è di 514 milioni) e per alcune materie molto importanti, sarà ancora ping-pong tra le due Camere.
La nuova nornativa prevede che tutte le leggi debbono essere trasmesse al Senatoi che entro 10 giorni deve decidere (come, chi?) se porle in discussione all'Assemblea, in tal caso il tempo si dilata di altri 45 giorni. Se il Senato, come in suo potere, apporta delle modifiche, la legge torna alla Camera la quale può prenderne atto o respingerle e la legge è approvata per la supremazia della Camera rispetto al Senato.
I tempi per l'approvazione delle leggi non dipendono dalla doppia lettura, Camera e Senato, ma dalle volontà politiche!
Berlusconi le leggi che lo riguardavano le ha fatte approvare in pochi gironi!
E' vero che questa riforma è la mediazione tra le forze dell'attuale maggioranza, ma allora mi domando era possibile spacchettare il referendum in almeno 3 o 4 referendum e sicuramente su alcuni di questi ci sarebbe stato un plebiscito: chi non vuole abolire il CNEL, chi è contrario al numero dei parlamentari ecc.
Il Governo ha preferito andare allo scontro e dividere gli italiani mentre le Costituzioni sono scritte per unire i popoli.
Come vedete esiste una divisione anche tra noi che abbiamo le stesse origini polito-culturali.
Nedo Volpini