Le osservazioni di Alberto de Fusco sulla Riforma Costituzionale, poiché argomentano sull’oggetto della Riforma stessa, meritano più di altre, sicuramente meno pertinenti, delle risposte. Spesso è stato detto che tra nuova Legge elettorale detta italicum e la riformulazione di numerosi articoli della seconda parte della Nostra Legge Costitutiva non c’e alcun rapporto o comunque sono due aspetti della riforma complessiva del funzionamento delle nostre Istituzioni che non collidono. Io sono dell’opinione invece che siano due elementi che, pur percorrendo percorsi legislativi diversi, non possono che influenzarsi vicendevolmente. Su questo concordo pienamente con De Fusco. Sono perplesso , invece, sulle motivazioni che lo inducono a pronunciarsi per il No al Referendum. Credo che l’importanza politica delle due Riforme siano ispirate da due valori fondamentali : la semplificazione istituzionale che rende più agevole rispettare il programma e le decisioni governative, per cui la Camera dei Deputati e solo Essa assegna la fiducia al Governo, fiducia guadagnata da un sistema elettorale che assegna ai cittadini l’onere di indicare con il ballottaggio chi dovrà governare nei successivi cinque anni; l’amplificazione dei processi democratici che danno maggiore senso al ruolo degli Enti locali con il Senato delle Autonomie maggiormente rafforzato poi dalla previsione di una indicazione diretta degli elettori di chi fra i Consiglieri regionali debba rivestire anche la carica senatoriale. Si osserva che i Senatori così eletti assumano inopinatamente l’immunità parlamentare anche come consiglieri regionali, ma l’immunità non è intesa, come tutti sanno, come impunità per qualsiasi reato, ma immunità per qualsiasi opinione o azione politica a protezione costituzionale dei propri diritti. Nel corso degli anni ci potranno essere anche maggioranze diverse alla Camera al Senato, come paventa De Fusco, ma la divisione delle competenze, la norma sulla supremazia della Camera, i tempi certi in cui si possono richiamare le leggi da parte del Senato e poi approvate definitivamente dalla Camera sono la garanzie per evitare percorsi biblici e incertezze legislative di lungo periodo a tutto vantaggio dei cittadini. Sicuramente su alcune materie esisterà un ruolo paritario nel percorso legislativo, ma credo che sia indispensabile affinché la politica nazionale ed europea sia sempre più vicina alle comunità locali. Queste due importanti riforme costituzionale ed elettorale non sono state certo pensate per favorire questa o altra formazione politica, dunque tanto meno il Partito Democratico, oppure che debbano essere soggette a critiche perché potrebbe favorire un ‘altra Forza politica rispetto ad una di ispirazione socialista, ma sono state proposte, cambiate attraverso suggerimenti di varia natura, votate in Parlamento per rendere l’Italia più moderna ed assegnare ai nostri cittadini maggior potere decisionale nelle varie forme in cui si esplica: ad esempio nella revisione dei percorsi referendari prevedendo anche quello propositivo e le proposte di legge di iniziativa popolare con certezza di esamina da parte della Camera dei Deputati, imponendo sì un numero maggiore di firme, ma in considerazione del numero di abitanti sicuramente maggiore rispetto al 1948 anno in cui sono stati stata formulati i principi della seconda parte della nostra Costituzione. Nelle materie legislative di possibile richiamo da parte del Senato delle Autonomie, e soprattutto in quelle in cui si pronunciano le due Camere in materia paritaria, vi potranno essere conflitti, ma questo è il gioco della Democrazia; spetterà alle Forze politiche guadagnare la supremazia attraverso i voti dei Cittadini in tutti e due i Consessi legislativi, saranno dunque sempre gli stessi Cittadini a decidere non altri. Poi vi sono i così detti meccanismi elettorali che sembrano a De Fusco complicati ed oscuri, concordo, ma tali meccanismi sono piuttosto complicati in tutti i sistemi elettorali che si conoscono per ragioni di operatività matematica di cui anche io sono a digiuno, ma il senso della riforma elettorale del Senato e dell’Italicum è chiaro: dare snellezza ai processi legislativi, consentire al Governo nazionale di governare per un periodo sufficientemente lungo, assegnare agli Enti Locali maggior potere decisionale in alcune materie di competenza specifica evitando conflitti istituzionali, in definitiva aumentare la capacità dei cittadini di incidere sulla politica per essere più vicina ai loro bisogni.
Michele Rampini