Abbiamo ieri, 26 ottobre, assistito dalla parte del pubblico, come doveva essere, ad una “conferenza dei sindaci” che in realtà è stata una conferenza pubblica giustificativa dell’operato dell’attuale presidente della conferenza, nonché di quanto messo in atto da parte dell’azienda in questi due anni per favorire la sanità elbana.
La presenza però delle sigle sindacali, dei comitati e di operatori sanitari ha portato la conferenza su un piano violentemente critico confermandomi così nella scelta di non sedere accanto ai rappresentanti aziendali ma di pormi come controparte, attenta e vigile nel segnalare criticità e disfunzioni. Non posso però negare una fugace rabbia quando da tutti gli interlocutori intervenuti è stato esplicitamente abbracciato il concetto di rete aziendale, quella rete tanto criticata e bistrattata quando due anni fa la proposi nel nuovo programma sanitario per l’Elba, un programma che, tenendo conto della specificità insulare, proponeva l’utilizzo delle risorse aziendali. Fu in conseguenza delle critiche a questo concetto da parte di tutti i miei colleghi sindaci, oggi allineati al tavolo aziendale, che fui costretto a dimettermi dalla presidenza della conferenza. Mi domando che fine abbia fatto il faraonico progetto allora presentato con il quale si chiedevano servizi e unità operative complesse unicamente destinate al nostro territorio, nonché specialisti permanentemente presenti; quel progetto sul quale vi fu unanimità d’intenti è oggi interamente cestinato e sentire l’attuale presidente dire che “dobbiamo prendere decisioni che cancellano la sanità rispetto al passato e dobbiamo accettare la nuova forma di sanità” mi ha confermato di essere sempre stato nel giusto. Ma mi sovviene anche da domandarmi quanto si credeva in quel crono programma già al momento in cui fu partorito.
Oggi quindi siamo un distretto che deve lavorare in rete, ed il problema, per quello che mi riguarda non è la rete, ma essere un distretto che a distanza di un anno è ancora carente di contenuti; ed infatti la delusione più grande è stata la relazione della dr.ssa De Lauretis quando, enunciando quanto era stato fatto fino ad aggi sul nostro territorio si è limitata a ricordare una ristrutturazione dell’oncologia ed un ascensore, poi ha iniziato a dire dei faremo: faremo un altro ascensore, faremo gli spogliatoi, faremo il pronto soccorso, faremo l’impianto di climatizzazione, metteremo a regime la camera iperbarica. Una relazione fatta di “faremo” perché indubbiamente era difficile dire “abbiamo fatto”. Sono questi i problemi della sanità elbana?
Eppure sa perfettamente che il nostro presidio vive in una cronica carenza di personale infermieristico, ausiliario e medico, fatto gravissimo che ha fatto annunciare lo stato di agitazione delle più importanti sigle sindacali al fianco delle quali ci troveremo al momento opportuno; una carenza legata non alle problematiche da sempre dichiarate (nessuno vuol venire all’Elba), ma piuttosto alla strategia economista di valutazione delle necessità assistenziali;
sa perfettamente che manca il personale medico per realizzare di nuovo la chirurgia ambulatoriale specialistica a suo tempo programmata che non costringa gli elbani a recarsi in continente per piccoli interventi, una carenza alla quale in questi anni non si è mai concretamente cercato di porre rimedio;
sa perfettamente, visto che guarda attentamente i numeri, che ogni anno il nostro budget si impoverisce di 6,5 milioni di euro per attività medico chirurgiche banali, che dovrebbero per legge essere offerte in loco perché hanno un DRG inferiore o uguale a 1, perché gli elbani sono costretti ricercarle altrove;
sa benissimo che la nuova unità operativa semplice di ortopedia è rappresentata oggi come in passato da un solo ortopedico in servizio non modificando niente nella sostanza se non nella forma;
sa benissimo che l’elisoccorso non serve solo per trasportare pazienti in luoghi di cura ad alta intensità, ma viene utilizzato per patologie banali e per trasferire pazienti anche all’ospedale di Piombino, fatto noto da tempo, e in considerazione dei costi elevati del servizio nonché dei disagi arrecati ai cittadini non si doveva aspettare una denuncia pubblica per dichiarare che sarà promossa un’indagine;
sa bene che sull’Elba, grazie alla modalità organizzativa del sistema di trasporto tramite ambulanza con un ridicolo rendez vous, e grazie alla mancata guardia attiva di alcuni operatori sostituita dalla più economica pronta disponibilità, non è garantita la golden hour, tra l’altro prevista per legge; dire che questa è garantita dall’elisoccorso non corrisponde alla realtà;
sa benissimo quali sono le liste di attesa sulle quali è meglio stendere il velo pietoso del silenzio tanto sono note a tutti;
sa benissimo, e se non lo sa e bene che lo sappia, che nel nostro presidio sanitario periodicamente vengono interrotti alcuni servizi, e anche le prenotazioni per gli stessi, come per esempio la radiologia che non ha fatto servizio per tutto il mese di agosto costringendo gli elbani a recarsi in continente per una semplice radiografia e noi ad intervenire;
sa benissimo le criticità funzionali del pronto soccorso, ormai unico punto di riferimento per i cittadini visto la deplorevole politica sanitaria territoriale, e partorite ancora da una economica ma non razionale valutazione dei carichi di lavoro del personale, quella valutazione che indusse il governatore Rossi a dire che il nostro pronto soccorso è surdimensionato rispetto alle necessità assistenziali, perché evidentemente 12 ore di attesa per una visita come è accaduto è per lui funzionale.
Per concludere sa anche benissimo quali sono i provvedimenti adottati dal governo Renzi in tema di sanità e contenuti nella nuova legge finanziaria, provvedimenti forse ai più non noti e che ho denunciato in conferenza stampa una settimana fa, ma ai quali non si è minimamente accennato, quei cambiamenti non certo nella sostanza ma solo nel nome che comporteranno un nuovo esborso milionario da parte dei cittadini ed una risparmio ultramilionario per le casse dello stato, un cambiamento al quale il nostro distretto parteciperà perdendo più di un milione di euro.
No! Gent.ma dr.ssa De Lauretis, io sono la controparte, gli elbani tutti sono la controparte; non le stenderò un tappeto rosso quando scenderà all’Elba, ma un tappeto irto di spine, quelle spine che rappresentano tutte le criticità che non smetterò di segnalare e denunciare come ho fatto fino ad oggi, quelle criticità che da sempre l’azienda promette di risolvere solo con “faremo” ma che si fermano permanentemente in una fase progettuale facendo nascere il timore che il futuro della sanità elbana sia programmato diverso da quello promesso.
Arc.tto Mario Ferrari
Sindaco di Portoferraio