In data 28 ottobre il giornale online Elbareport ha commentato alcune considerazioni, a firma Riccardo Nurra, riguardanti la deprecabile abitudine dei cittadini portoferraiesi di abbandonare per il paese i loro rifiuti ingombranti, nonostante l'ottimo servizio di ritiro gratuito degli stessi effettuato da ESA in località Casaccia.
In tale articolo si accusa il capogruppo di maggioranza di razzismo e, nello stesso tempo, vengono espressi giudizi assolutamente negativi in relazione alla attività da lui svolta, nell'ambito delle deleghe affidategli dalla Amministrazione Comunale.
Evidentemente l'articolista del giornale online che ha dato tali giudizi colmi di livore gratuito, “stranamente” non ha compreso il senso di quanto espresso dal consigliere, che ha ribadito come non ci siano alibi per coloro che continuano ad abbandonare rifiuti, talvolta anche pericolosi (depositi o tubi di Eternit).
Il consigliere ha semplicemente voluto far notare che in casi come questi, nessuno può nascondersi dietro le solite banali accuse, queste sì razziste, verso “neri” o “zingari”, considerati spesso la causa di tutti i mali.
Le altre considerazioni del tutto negative rivolte all'indirizzo del consigliere Nurra, le riteniamo gratuite, offensive e assolutamente prive di un qualsiasi fondamento: sorge il dubbio che si sia voluto strumentalizzare una frase che non poteva in alcun modo essere fraintesa, a meno di non volerlo appositamente fare.
Questa amministrazione esprime tutta la sua fiducia e solidarietà a Riccardo Nurra, che, con costante impegno opera quotidianamente ed in modo assolutamente disinteressato, per migliorare la qualità della vita della nostra collettività.
ViviAmo Portoferraio
Cari lettori
Questa nota arriva con fulminea rapidità a 12 giorni di distanza dalla pubblicazione dell'articolo contestato e ciò mi obbliga, per vostra comodità, a riportarne il peraltro breve testo "incriminato":
"E qui non sono nè giovinastri, nè i soliti neri, nè gli zingari. Sono padri di famiglia che non danno sicuramente un bell'esempio ai loro figlioli, che speriamo vengano su meglio di loro".
La frase non è stata tolta dall'armamentario di Casa Pound ma da una pubblica ufficiale esternazione del Consigliere delegato all'ambiente del Comune di Portoferraio Sig. Riccardo Nurra.
Il contesto è quello della denuncia della creazione delle usuali "discariche di fine stagione" di mobili suppellettili elettrodomestici e quanto altro che "i soliti ignoti" collocano presso i cassonetti di raccolta dei rifiuti solidi urbani.
Questa volta dunque il nostro (anzi il vostro) non giunge quindi agli onori (si fa per dire) delle cronache per gli alberi velenosi fatti piantare e fatti spiantare alle Ghiaie, né per la sua "crociata contro i pini" da segare, né per il totale fallimento sul fronte della difesa delle ormai defunte palme di Portoferraio, né ancora per le responsabilità almeno morali che porta da "amministratore ambientalista" sulla creazione dei disboscanti e contestati - pure dai tutori della legge - "mega-parcheggi" sulla costa Nord.
Questa volta il Sig. Riccardo Nurra si guadagna la copertina con una "frase dal sen fuggita", che però di lui parla a sufficienza: una definizione odiosamente razzista della gente che ha il torto di avere una epidermide diversa dalla sua, evidentemente in quanto tale - secondo il consigliere - adusa a compiere ogni genere di altra nefandezza verso la civile convivenza.
Chiude questa meraviglia l'auspicio che i figli dei discaricatori abusivi "vengano su meglio di loro", condivisibile, ma è anche auspicabile che vengano su con animo e cuore diversi da questo impresentabile amministratore, che dovrebbe solo chiedere scusa e vergognarsi.
Mi limito ora a commentare per punti il "fervorino" facendovi notare:
a) che l'affermazione iniziale del Consigliere Delegato (grassettata) fa parte di uno scritto da noi copiato con religiosa fedeltà (compresa l'accentazione lombarda dei due "nè" in esso contenuti);
b) che il medesimo consigliere in questione, subito dopo la comparsa dello scritto si precipitò a giustificarsi con altri colleghi per quella quanto meno infelice frase;
c) che nel mio articolo (relativamente alle sulle contestazioni: alberi velenosi, campagna antipino etc) non c'è l'ombra di una cosa che non corrisponda alla realtà;
d) che non nutro alcun "livore" nei confronti del consigliere, quanto una profonda disistima sia sul piano personale sia su quello politico-amministrativo (ma siamo nel campo delle opinioni e valutazioni personali che ciascuno può, in democrazia, liberamente maturare ed esprimere);
e) se il consigliere e/o i suoi sodali ritengono offensive le mie osservazioni me ne dolgo, ma non sono ingiuriose, quindi legittime, e le ribadisco immutatamente continuando a ritenere vergognosa quella frase;
f) resta inteso che ciascuno è libero di dirsi bravo da solo o ricevere encomi e medaglie al valore dai compagni di cordata, saranno i cittadini a giudicare la fondatezza delle critiche e le sussistenti ragioni dell'incensare qualcuno;
g) i giornali debbono prima di tutto essere i "cani da guardia" della cittadinanza, uno strumento di difesa della collettività anche dai suoi stessi amministratori e/o comunque da chi detiene dei poteri. Per questo non abbiamo risparmiato accenti critici a chicchessia, di qualsiasi "colore" fosse, e finché ne avremo la capacità, continueremo a farlo. Chi necessita di "trombettieri delle loro maestrà" si rivolga altrove.
sergio rossi
("articolista" e casualmente direttore di Elbareport)